NASCITA
Tra il sogno di Dio e il sonno di Massimino e Melania appare la Bella Signora sulla montagna di La Salette. Era autunno, era sabato ed era una giornata di sole. I Gargás, silenziosi testimoni di questo evento, custodiscono le immagini dell’apparizione fino ad oggi.
La Congregazione dei Padri Missionari della Salette, responsabile di perpetuare l’evento dell'apparizione e diffondere il Messaggio della Madonna di La Salette, ha deciso di condividere il carisma e la spiritualità salettina con i laici che vivono e lavorano nelle loro case religiose sparse per il mondo.
Siamo nati così! I due Incontri Internazionali dei Laici Salettini che si sono svolti sulla montagna di La Salette, nel 2011 e nel 2016, hanno dato forza e forma alla nostra presenza. Le decisioni finali dei due Incontri internazionali sono stati il seme che ha generato il Coordinamento Internazionale dei Laici Salettini, istituito nel marzo 2017. Durante lo scorso anno la prima preoccupazione del Coordinamento internazionale dei Laici Salettini è stato quello di elaborare alcuni aspetti della nostra identità e di dare contenuto alla formazione di base e permanente per i laici.
In questa prima numero del Bollettino vogliamo presentare il cammino internazionale dei Laici Salettini fatto fino ad ora. Vai alle prossime pagine
Coordinamento Internazionale dei Laici Salettini
Laïcs Salettins
Laicci Salettini
Leigos Saletinos
La Salette Laity
I INCONTRO INTERNAZIONALE DELLE LAICI SALETTINI
I quaranta partecipanti, tra religiosi e laici delle province / regioni di Angola, Argentina, Brasile, Stati Uniti, Filippine, Francia, Italia, Spagna, Madagascar, Polonia, Svizzera, insieme ai rappresentanti del Consiglio Generale, hanno dato forma e contenuto a questo primo Incontro Internazionale.
Questo primo contatto tra laici e religiosi di diversi paesi, con culture e bisogni diversi, intorno alla spiritualità della Salette, ha mostrato la grazia di Dio e il significato dell'Apparizione, i cui frutti si raccolgono attraverso il viaggio fraterno tra religiosi e laici.
Certamente la Madonna che, a La Salette, si è mostrata piangente e preoccupata per il nostro modo di vivere qui sulla terra, ha potuto, per un momento, smettere di piangere e sorridere con il dolce sorriso di una madre amorevole di fronte alla grazia e all'opportunità dell’incontro.
Per l’occasione del primo Incontro Internazionale, le delegazioni delle province / regioni partecipanti hanno presentato i disegni rappresentanti l’inculturazione dell'Apparizione nei nostri tempi: ciascuna delegazione ha, infatti, rappresentato lo scenario nel quale la Madonna apparirebbe nei tempi presenti.
Altre importanti decisioni di questo incontro sono stata quelle di istituire la “Giornata Internazionale del Laico Salettino” il 10 settembre, data di chiusura del Primo Incontro Internazionale e data di inizio della Novena alla Madonna di La Salette e la proposta di organizzare l’Incontro Internazionale dei Laici Salettini ogni 5 anni.
Queste proposte sono stati i semi delle azioni che hanno poi ispirato la preparazione del Secondo Incontro Internazionale che ha avuto luogo 5 anni dopo sempre sulla stessa montagna dove la Madonna si è rivelata ai due giovani pastorelli.
II INCONTRO INTERNAZIONALE DELLE LAICI SALETTINI
Nell’Ottobre 2016 religiosi e laici provenienti da Angola, Argentina, Brasile, Spagna, Stati Uniti, Filippine, Francia, India, Italia, Spagna, Madagascar e Polonia, per un totale di 45 partecipanti, hanno dato contenuto e forma al II Incontro Internazionale dei Laici Salettini. Vogliamo evidenziare alcune delle decisioni prese durante il II Incontro Internazionale.
Identità dei Laici Salettini: Siamo Laici della ‘Famiglia Carismatica Salettina” che desiderano rispondere all'invito della "Bella Signora de La Salette", facendolo nostro e un motivo di riconciliazione in tutti i luoghi in cui viviamo. La nostra unità è costruita dal carisma, dalla missione e dalla spiritualità della riconciliazione.
Cordinamento Internazionale dei Laici Salettini: Creare un’ "Equipe di Coordinamento Internazionale dei Laici Salettini", formata dai Laici coordinatori di ogni Provincia e Regione. Questa Equipe, che dovrà essere formato entro il mese di aprile 2017, avrà un Coordinatore Laico Internazionale, nominato dal Consiglio Generale.
Incontri Internazionali: Che gli Incontri Internazionali dei Laici Salettini si svolgano ogni cinque (5) anni. Questa proposta ha dato origine ad un Postulato da parte dei Laici Salettini che verrà presentato nel Capitolo generale del 2018, a Termas do Rio Hondo, in Argentina.
Programma di formazione: Adottare integralmente, in tutta la Congregazione, come programma di formazione per i Laici Salettini il "Programma di base di formazione dei Laici Salettini" presentato dal Consiglio Generale, in risposta alla decisione n 7 – 1a, del Capitolo Generale 2012. Questo programma di base, per essere apprezzato dal Capitolo Generale del 2018, deve avere la caratteristica di essere un processo continuo, con una durata minima di due anni ed essere segnato da celebrazioni e gesti concreti.
Causa Comune: Proponiamo che il lavoro per la conservazione e la protezione dell'ambiente, al fine di costruire "un mondo più riconciliato," possa essere l'attività comune dei Laici Salettini in ogni Provincia e Regione.
Partecipazione al Capitolo Generale: Proponiamo che il Consiglio Generale renda possibile la partecipazione di uno o due Laici Salettini, membri del Gruppo di Coordinamento Internazionale, ai prossimi Capitoli Generali per discutere le questioni relative ai Laici Salettini
Alcune decisioni di questo II Incontro Internazionale si sono già concretizzate.
EQUIPE’ INTERNAZIONALE DEI LAICI SALETTINI:
nel marzo 2017 si è costituita l’Equipe Internazionale dei Laici Salettini, formata dal Coordinatore Internazionale dei Laici Salettini, Mario Apone, e dai Coordinatori Nazionali delle Province/Regioni di Angola, Madagascar, India, Filippine, Italia, Argentina, Brasile, Francia, Stati Uniti. L’Equipè Internazionale ha poi incaricato un suo membro di partecipare alle riunioni annuali delle AMCG- Famiglie Carismatiche, un organismo nato a Roma nel 2015 il cui fine è quello di favorire il collegamento e il dialogo tra le diverse Famiglie Carismatiche, insieme ad un membro del Consiglio Generale. Le Famiglie Carismatiche sono un cammino nella Chiesa che vuole dare una risposta concreta all’invito di Papa Francesco nella Lettera ai Consacrati: “Mi aspetto che cresca la comunione tra i membri dei diversi istituti”, “ La comunione e l’incontro tra differenti carismi e vocazioni è un cammino di speranza”.
PARTECIPAZIONE AL CAPITOLO GENERALE:
per la prima volta nella storia della Congregazione dei Missionari della Salette è prevista la partecipazione di due Laici al Capitolo Generale. L’Equipè Internazionale ha nominato Antonella Portinaro, Coordinatrice Nazionale della Provincia Italiana, come secondo laico partecipante, insieme a Mario Apone, Coordinatore Internazionale.
BOLLETTINO ANNUALE: la realizzazione del Bollettino da parte della Equipè Internazionale rientra nelle Decisioni del II Incontro Internazionale: “Decidiamo che il Gruppo di Coordinamento Internazionale dei Laici Salettini pubblichi almeno un (1) Bollettino annuale con le informazioni e le realtà dei Laici Salettini di ogni Provincia/Regione, in diverse lingue, utilizzando i vari mezzi di comunicazione”. Questo primo numero del Bollettino è pubblicato sul sito ufficiale della Congregazione, nello spazio dedicato ai Laici Salettini, in 4 lingue. Francese, Inglese, Italiano, Portoghese.
LAICI SALETTINI NEL MONDO
L'anno trascorso è stato caratterizzato dallo svolgimento di vari incontri e celebrazioni nei diversi luoghi del mondo dove ci sono i Laici Salettini. In questa prima edizione di InfoNews Laici Salettini presentiamo il 4° Incontro tra le Province Europee e il Terzo Incontro Nazionale dei Laici Salettini del Brasile.
3°. ENCONTRO NACIONAL DE LEIGOS SALETINOS DO BRASIL
Nello scorso mese di Novembre Padre Silvano Marisa è stato in Brasile per partecipare al Capitolo Provinciale della Provincia dell'Immacolata Concezione che ospita i Missionari Salettini. Approfittando della sua permanenza nel paese ha anche accettato l'invito dei laici a partecipare al 3° Incontro Nazionale dei Laici Salettini del Brasile che si svolge ogni 3 anni.
Il 3 ° Incontro Nazionale si è svolto dal 2 al 5 novembre 2017 a Várzea Grande, Stato del Mato Grosso, una regione conosciuta in tutto il mondo come il Pantanal Mato Grosso, uno degli ecosistemi del Brasile. Il tema dell'incontro era "Passa alle acque più profonde (Lc 5: 4): Missione, Cura e Vita Nuova".
All’Iincontro Nazionale hanno partecipato circa 150 laici del Brasile e diversi ospiti. Oltre alle conferenze sul tema dell’Incontro, i partecipanti hanno preso parte ai lavori di gruppo e ogni gruppo locale ha presentato il suo progetto sulla causa comune: prendersi cura dell'ambiente.
Durante l’Incontro Nazionale si è svolta anche l'elezione del nuovo Coordinamento Nazionale, per il periodo dal 2018 al 2020, e Vilmari Pedrozo è stato rieletta Coordinatrice Nazionale. Il Coordinamento Nazionale dei Laici Salettini del Brasile è composto da 8 membri: il Coordinatore, il Vice Coordinatore, il Tesoriere, il Segretario e 4 Coordinatori regionali (Sud, Sud-Est, Nord-Est e Centro-Ovest).
Al termine delle attività i laici di Várzea Grande, che hanno completato il loro percorso di 2 anni di formazione, sono stati accolti dal Padre Generale Silvano Marisa e dal Provinciale del Brasile, Padre Edegard Silva Júnior.
Naturalmente alla chiusura dell’Incontro Nazionale è stata organizzata una bella festa preparata dalla persone del Mato Grosso.
4° INCONTRO EUROPEO DEI LAICI SALETTINI
Dal 5 al 9 Settembre si è svolto a Santiago de Compostela il 4° Incontro Europeo dei Laici Salettini che ha radunato ben 42 partecipanti provenienti dalle 3 Province Europee : Francia, Italia/Spagna, Polonia/Svizzera. Nelle delegazioni delle Province Europee erano presenti anche i religiosi che hanno accompagnato i Laici Salettini: Padre Heliodoro e Padre Gerard per la Provincia Italiana-Spagnola, Padre Jan per la Provincia Polacca-Svizzera e Padre Luigi de Pontbriand per la Provincia Francese. Sono stati presenti all’Incontro anche Padre Enrico, Membro del Consiglio Generale, e padre Gian Matteo, Provinciale della Provincia Italiana-Spagnola.
E’ stato molto bello, nella giornata del 7 Settembre, avere la presenza di Padre Silvano, Padre Generale della Congregazione, che, oltre ad incoraggiarci nel proseguire il cammino di Laici Salettini all’interno della Famiglia Carismatica Salettina ha tenuto un’interessante conferenza sulla storia dei Missionari Salettini in Europa dall’inizio della loro fondazione ad oggi.
Molto attuali e di notevole interesse sono state le tematiche affrontate dalle conferenze del Direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Torino, Pier Luigi Dovis, sulle sfide dei laici cristiani salettini in europa e sugli aspetti caratteristici e necessari per vivere una vera spiritualità della riconciliazione nel mondo di oggi.
Molto bella la visite al Santuario di Siador, il più antico santuario salettino della Spagna e la cena con specialità tipiche della Galizia che i Laici Salettini spagnoli hanno organizzato.
Anche la visita a Finis Terrae, che ha consentito di ammirare la bellezza delle coste della Galizia, è stata davvero una piacevole sorpresa per tutti i partecipanti. Sicuramente molto toccante l’esperienza del pellegrinaggio a piedi a Santiago de Compostela e la partecipazione alla Santa Messa del Pellegrino nella cattedrale di San Giacomo con la presentazione della supplica all’Apostolo Giacomo perché la Sua intercessione possa rendere ogni Laico Salettino un vero testimone di riconciliazione, capace di annunciare, accogliere e unire le diversità laddove le incontra.
SUPPLICA ALL’APOSTOLO GIACOMO
“Apostolo Giacomo, il cammino che dall’Europa arriva a Santiago de Compostela unisce i diversi popoli europei. Oggi, noi Laici Salettini di differenti paesi d’Europa, che in questi giorni siamo riuniti sul Monte do Gozo per il IV Incontro Europeo, vogliamo offrirti soprattutto il nostro impegno di essere testimoni di riconciliazione, il nostro carisma e operare per l’unione e l’accoglienza dei diversi popoli da cui proveniamo, apportando il nostro piccolo contributo per un’Europa unita e riconciliata che sappia recuperare le sue radici cristiane.
Chiediamo la tua intercessione e il tuo coraggio per seminare la Parola di Dio negli ambienti dove viviamo.
Aiutaci ad essere veri discepoli di Gesù Cristo e come figli della Vergine Maria, nel suo appellativo di Nostra Signora de La Salette, a sentire la sua vicinanza per realizzare la missione a cui ci ha chiamato, di portare il suo messaggio a tutto il suo popolo”.
RELAZIONE SULLA “DUE GIORNI”
DELL’AMCG-FAMIGLIE CARISMATICHE
ROMA 17 – 18 MAGGIO 2017
Venerdì 17 e sabato 18 Novembre ho partecipato, come membro dell’Equipè Internazionale dei Laici Salettini insieme a Mario Apone, Coordinatore Internazionale dei Laici Salettini e padre Silvano Marisa, Superiore Generale dei Missionari Salettini, alla “DUE GIORNI” dell’AMCG-Famiglie Carismatiche che si è svolta a Roma presso la sede dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
“La condivisione di un carisma per vocazione” è stato il tema scelto per i due giorni dell’incontro in cui si è messo al centro l’importanza di “fare famiglia” attorno ad un carisma. Si è iniziato venerdì mattina con la conferenza del prof. Jesus Rubio, Fratello delle Scuole Cristiane, che ci ha introdotto nel “Processo Formativo in Famiglia Carismatica”, in atto nella Famiglia Lasalliana, mettendo bene in luce le difficoltà esistenti e le sei tensioni, intese come punti di lavoro, presenti in questo importante processo di cambiamento. Molti gli spunti che il prof. Rubio ha sottolineato riguardo la necessità di superare la distinzione tra il “noi” e il “voi” (molto spesso esistente tra i religiosi e i laici) e anche la separazione, presente nella mentalità ecclesiale, tra maschi e femmine per vincere le numerose resistenze e diventare, invece, un unico insieme chiamato “Noi”, capace di vivere l’unità e la comunione intorno al carisma.
La mattinata si è poi conclusa con la prima parte della conferenza del prof. Ciardi che, utilizzando la metafora del sistema solare, ha sottolineato come sia importante attuare una vera rivoluzione nel rapporto religiosi-laici passando dal modello Tolemaico, che vede al centro i religiosi e le religiose, detentori del carisma e tutto intorno le persone che intendono condividere il carisma, al sistema Copernicano, dove, invece, al centro si trova il carisma e attorno ad esso ruotano, a cerchi concentrici, le differenti vocazioni che sono illuminate dal carisma stesso.
Il prof Ciardi, oltre a sottolineare che il carisma è un dono gratuito dello Spirito Santo dal quale originano le varie forme di vita in cui esso si incarna e si attualizza , ha messo anche in luce la dimensione e la destinazione ecclesiale del carisma per cui ogni Famiglia Carismatica non ha senso se non immersa nella grande comunione tra carismi e vocazioni che ruotano tutti intorno al grande disegno divino della costruzione del regno di Dio.
Dopo il pranzo il pomeriggio è proseguito con la presentazione della Famiglia Carismatica Paolina, un momento molto arricchente in cui l’orizzonte conoscitivo tra noi si è allargato ascoltando l’esperienza di chi narra la propria storia. A seguire è stato presentato il documento ufficiale sul cammino formativo che le Famiglie Carismatiche seguiranno nel trienno 2017-2020, documento al quale si era lavorato nella scorsa Assemblea di Maggio per rispondere in modo concreto all’invito di Papa Francesco a vivere la comunione non solo all’interno come Famiglia Carismatica, ma come Famiglie Carismatiche per poter essere nel mondo di oggi una reale testimonianza profetica.
“Un cammino verso la comunione” sarà dunque il tema di questo percorso formativo che avrà il compito di seminare il dono-comunione tra le Famiglie Carismatiche e di preparare la celebrazione di un grande incontro delle Famiglie Carismatiche insieme al Santo Padre nel 2020. Il documento con i passi della formazione è stato letto in piccoli gruppi e poi discusso nel gruppo allargato suscitando numerose proposte e suggerimenti che la Commissione cercherà di integrerà nel cammino proposto.
Il pomeriggio si è poi concluso con un momento di preghiera tutti insieme nella bellissima Chiesa dell’Istituto per ringraziare della ricchezza del dono reciproco e dell’esperienza di fraternità e condivisione vissuta insieme come Famiglie Carismatiche nella prima giornata insieme.
Sabato 18 Novembre al mattino i lavori della “DUE GIORNI” sono ripresi con la seconda parte della conferenza del Prof. Ciardi che ha messo in luce come il futuro per le Famiglie Carismatiche si sviluppi essenzialmente nel diventare “appassionati di comunione” e nell’individuare i modi per vivere e operare in unità. Da questa prospettiva deriva l’importante sfida per ogni Famiglia Carismatica di essere capace di creare reti, di tessere legami di solidarietà, di istituire ambiti di incontro, di dialogo, di formazione comune tra tutte le varie vocazioni che nascono dallo stesso carisma. Soltanto in questa sinergia, secondo il prof. Ciardi, sarà possibile consentire al carisma di sprigionare tutte le sue potenzialità.
Al termine della conferenza del prof Ciardi si è svolto il lavoro in piccoli gruppi sulla traccia di alcune domande comuni, date per favorire la discussione nel piccolo gruppo. Il confronto è stato molto interessante ma soprattutto è stata un’occasione preziosa per fare conoscenza diretta tra i vari partecipanti al gruppo.
Prima del pranzo la partecipazione alla Santa Messa, ben animata nei canti e nella preghiera, ha rappresentato un momento di condivisione profonda e di impegno ad essere costruttori di comunione e di fraternità tra i diversi carismi e nella varietà delle vocazioni.
Al pomeriggio dopo il pranzo, nel momento dedicato al conoscerci di più, si è svolta la testimonianza della Famiglia Carismatica Marianista e, a seguire, la conferenza di padre Mario Aldegani, Superiore Generale dei Giuseppini del Murialdo, che ha affrontato con passione ed entusiasmo il tema “Un carisma per fare famiglia”.
Anche padre Aldegani ha sottolineato l’importanza di entrare nell’ “onda della comunione”, mettendo bene in luce quanto il tema della comunione sia un tema “generativo” per i nostri tempi e come l’impulso a mettersi insieme sia uno stimolo dello Spirito Santo. Padre Aldegani ha incoraggiato tutti i partecipanti a proseguire questo cammino intravedendo nelle Famiglie Carismatiche un vero risveglio per la Chiesa, un’invenzione dello Spirito Santo e nel mettere insieme i carismi per fare famiglia un talento da far fruttificare! Padre Aldegani ha poi insistito sul fatto che ci sono tanti laici appassionati del carisma e che le comunità che fanno esperienza di comunione sono quelle che vivono meglio la missione perché si aprono alla cultura dell’incontro con altre vocazioni e alla sperimentazione coraggiosa di nuove forme di fraternità. Pade Aldegani ha poi concluso la sua interessante conferenza lasciandoci alcuni spunti sugli atteggiamenti spirituali da vivere per costruire questo futuro come Famiglie Carismatiche in cammino, ben sintetizzati nei 5 verbi , tratti dall’Evangelii Gaudium: prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare, festeggiare. Il pomeriggio di questa ultima giornata si è poi concluso con un momento di preghiera finale e lo scambio di saluti e di arrivederci ai prossimi appuntamenti per l’anno 2018.
Dopo la partecipazione alla DUE GIORNI sarà molto importante trovare il modo per trasmettere la ricchezza ricevuta in questi giorni a tutti i membri della Famiglia Carismatica Salettina perché possa diventare linfa vitale per questo processo di trasformazione in Famiglia Carismatica e per promuovere e coltivare lo spirito dell’incontro, di famiglia e di comunione tra di noi.
Antonella Portinaro
CONSIDERAZIONI E SUGGERIMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE PROSSIMO INCONTRO EUROPEO DEI LAICI SALETTINI
Di ritorno dal 4° Incontro Europeo vogliamo rispondere all’invito fatto da padre Enrico di inviare le nostre considerazioni e i nostri suggerimenti per l’organizzazione del prossimo Incontro Europeo. Per una buona organizzazione pensiamo che sia importante tenere presente questi aspetti:
- DATA DELL’INCONTRO: è importante che la data venga stabilita almeno un anno prima (entro la fine dell’anno precedente all’anno della realizzazione dell’Incontro). Appena la data è stabilita è necessario diffondere la comunicazione alle varie Province Europee. Conoscere la data con anticipo permette alle persone che lavorano di poter chiedere i permessi/ferie necessari per potersi assentare e di organizzare i propri impegni familiari e personali per tempo. Consente inoltre di poter acquistare i biglietti per il viaggio a costi più vantaggiosi.
Durante l’Incontro Europeo alcuni laici hanno segnalato che Settembre è un mese in cui è complicato assentarsi per molte persone che lavorano, soprattutto nella scuola, e hanno indicato di individuare un altro periodo per lo svolgimento del prossimo Incontro. Anche scegliere date vicine alle ricorrenze del 10 Settembre e del 19 settembre non è consigliabile per via del coinvolgimento di molti laici nella preparazione delle feste. Meglio forse il periodo primaverile/estivo (maggio-agosto).
- PREPARAZIONE DELL’INCONTRO: è importante che l’Incontro sia organizzato da una Commissione di Lavoro, costituita da Laici e Missionari di ogni Provincia Europea, che abbia il compito specifico di intensificare la comunicazione con i partecipanti dell’Incontro, preparare il programma dell’Incontro e coordinarne il suo svolgimento e la sua realizzazione. La Provincia Europea che ospita l’Incontro, invece, si dovrebbe occupare dell’organizzazione dell’ospitalità dei partecipanti. E’ importante che la Commissione di Lavoro possa riunirsi almeno 6 mesi prima della data in cui si svolgerà l’Incontro.
Potrebbe anche essere importante che quando la KEP si riunisce possano partecipare anche i Coordinatori dei Laici delle Province Europee, come avviene già in America, che quando i Consigli Provinciali si incontrano è prevista una giornata di riunione insieme anche ai Rappresentanti dei Laici.
- DURATA DELL’INCONTRO: la durata di 3 giorni per l’Incontro è un buon tempo. Per ridurre i giorni di assenza dal lavoro e facilitare una maggior presenza di partecipanti è preferibile che l’Incontro si possa svolgere a cavallo del weekend, tipo dal giovedì sera alla domenica.
- CONTENUTI INCONTRO: è importante che ogni Incontro abbia un tema/titolo e che questo tema sia sempre collegato ai temi decisi dall’Incontro Internazionale dei Laici Salettini. E’ importante che, nello svolgimento dell’Incontro, siano presenti in modo equilibrato i seguenti contenuti:
-Preghiera
-Formazione
-Temi dei Laici
-Scambio delle esperienze
E’ anche importante, laddove è possibile, organizzare momenti di visita e conoscenza dei luoghi salettini e/o culturali del luogo in cui si svolge l’Incontro.
In ogni Incontro è bene che siano presenti momenti di lavoro e di confronto in piccoli gruppi e nel gruppo allargato. Riguardo alla preghiera è importante che, oltre ai momenti di preghiera comune, possa essere previsto anche del tempo per la preghiera personale. Inoltre, durante l’Incontro Europeo di Santiago, alcuni laici hanno sottolineato l’importanza di inserire nei programmi degli incontri futuri anche un momento dedicato al sacramento della riconciliazione. Potrebbe anche essere molto importante che, nel prossimo Incontro Europeo, si incominci a discutere la struttura e la visibilità dei Laici a livello Europeo. E’ necessario poi che ogni Incontro Europeo possa terminare con l’elaborazione di un documento ufficiale che sintetizzi le decisioni/orientamenti presi durante il suo svolgimento.
I Laici della provincia Italiana/Spagnola
partecipanti al 4° Incontro Europeo
IV° Incontro Europeo Laici de La Salette
Santiago de Compostela (Spagna) – 5/9 Settembre 2017
“Pellegrinaggio come incontro tra i popoli”
Dal 5 al 9 settembre si è tenuto a Santiago di Compostela (Spagna) il IV° Incontro Europeo dei Laici Salettini dal titolo: “Pellegrinaggio come incontro fra i popoli”. Eravamo una cinquantina provenienti dalla Francia, dalla Polonia, dalla Svizzera, dalla Spagna, noi italiani in dieci, due da Torino e otto da Roma. Ogni delegazione era accompagnata dal proprio Assistente, noi da Padre Heliodoro. Era presente anche Padre Enrico in qualità di responsabile europeo dei Laici Salettini. Siamo stati alloggiati al Centro Europeo Giovanni Paolo II di accoglienza dei pellegrini “Polskie Albergue” gestito dai Missionari Salettini polacchi. L’ostello sorge nelle vicinanze del Monte do Gozo, che significa Monte della Gioia o della Felicità, perché è l’ultima sosta che fanno i pellegrini che percorrono il Cammino di Santiago e perché, da questa collina, per la prima volta,vedono le tre guglie della Cattedrale che dista circa un’ora di cammino. Il Monte do Gozo è noto anche per il discorso che Papa Giovanni Paolo II ha tenuto, nell’agosto del 1989 ad oltre 600.000 partecipanti alla IV° Giornata Mondiale della Gioventù.
Il programma del nostro incontro era molto intenso ed interessante.
Il dott. Pierluigi Dovis, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Torino ha tenuto due conferenze. Nella prima dal titolo: “Incontro tra popoli, culture,religioni: le sfide poste ai laici cristiani salettini in Europa”, ha fatto una accurata e precisa lettura ed analisi dei fattori che caratterizzano questo nostro secolo della transizione e gli elementi che ne determinano la crisi e che, soprattutto per l’Europa, causano un declino su più versanti: culturale, sociale e religioso”.
Nella seconda: “Accoglienza dell’altro e del diverso: elementi per una spiritualità della riconciliazione” dove, partendo dalle radici bibliche dell’accoglienza, ha evidenziato il comportamento di Gesù e la Sua disponibilità a lasciarsi accogliere e ad accogliere tutti in quanto esseri umani,senza prevenzioni e pregiudizi e quale dovrebbe essere lo stile dell’accoglienza alla luce del Messaggio.
Importante è stata anche la presenza di Padre Silvano, Superiore Generale, che ci ha fatto una interessantissima lezione sulla storia della Congregazione dei Missionari de La Salette in Europa: le traversie e le difficoltà che la Congregazione ha dovuto superare nel tempo, testimoniano la particolare e tangibile protezione della Santa Vergine.
Altrettanto appropriato, e quanto mai attuale , è stato l’intervento di Padre Roman su “Il cammino di Santiago e la costruzione dell’Europa”. Ogni conferenza era seguita dalle inevitabili domande e discussioni.
Breve ma significativa è stata la visita di Padre GianMatteo in qualità di Superiore della Provincia Italia-Spagna organizzatrice dell’incontro.
Non abbiamo però solo ascoltato, discusso e pregato.
Mercoledì 6 siamo intervenuti al “Santiago by nigth” dove abbiamo assistito alla folkloristica esibizione degli studenti universitari che, sotto i portici antistanti la Basilica ed in costume medioevale, cantavano stornelli ,canzoni e che allegramente ci invitavano ad unirci alla loro danze ed ai loro girotondi.
Giovedì 7 siamo andati a Siador che è il primo Santuario dedicato alla Vergine de La Salette in Spagna. Siamo stati calorosamente accolti da quella comunità, guidata da Padre Comeaù, ed insieme abbiamo celebrato la Messa pregando ognuno nella propria lingua. Poi ci è stata offerta una graditissima cena tipica della Galicia, a base di polpo e carne lessa, naturalmente accompagnata da vinello locale.
Venerdì 8, abbiamo raggiunto, a piedi ed in spirito di pellegrinaggio, la Cattedrale dove abbiamo partecipato all’Eucarestia del Pellegrino con la classica offerta all’Apostolo Santiago e la famosa e tradizionale oscillazione del botafumerio. Nel pomeriggio, mentre ci dirigevamo verso il promontorio del “Finis Terrae” abbiamo fatto una divertentissima fermata per mettere… i piedi a bagno nell’oceano Atlantico.
Con la Messa del mattino di sabato 9 ed una riunione sulle speranze, prospettive e programmi per i prossimi anni si sono conclusi questi quattro giorni vissuti in un clima di fraternità, accoglienza, amicizia, condivisione ed allegria che nemmeno la barriera delle lingue è riuscita a mitigare.
Ci siamo lasciati a malincuore, con la speranza di rivederci fra due anni e con una grande spinta per andare avanti, sempre più impegnati a vivere ed a fare conoscere quel meraviglioso Messaggio che la Santa Vergine, a La Salette, ci ha lasciato.
Ginetta
I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 14
Andiamo figli miei…
La Vergine a La Salette termina, in modo quasi identico a quanto riportato dagli evangelisti a proposito della Missione che Gesù affida ai suoi Apostoli: “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28, 19). Non solo, ma Maria aggiunge “Andiamo” rassicurando i ragazzi del suo aiuto e della sua presenza, come ha detto lo stesso Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20). Questo “andiamo” è inteso anche come una esortazione di Maria ad affrettarsi a fare conoscere il suo messaggio, a non perdere tempo. Si lega inoltre all’episodio della terra di Coin per rafforzare la dimostrazione che Dio è presente nella vita di ognuno di noi.
Fa riflettere il fatto che la Madonna, regina del cielo e della terra, affidi a due ragazzini sprovveduti un compito simile a quello degli apostoli: trasmettere la Buona Novella al suo “popolo”, cioè all’umanità intera. La Bella Signora non chiede ai bambini se sono disposti, se ne hanno voglia ma dice e precisa, quasi perentoria “andate”, “fatelo conoscere”. Come sono piccoli quei due bambini di fronte al “suo popolo”, eppure lo faranno!
Come i pescatori del lago…
Andare vuol dire anche “lasciare”, “allontanarsi” da qualcosa e da qualcuno per seguire chi veramente ne vale la pena, come, per esempio, hanno fatto i pescatori del lago.
Andare verso gli altri non aspettare che gli altri vengano da noi. Questo è il motto che caratterizza il pontificato di Papa Francesco ed è ciò che, a La Salette, la Vergine ci chiede di fare, ci chiede di uscire dai nostri piccoli ambienti per annunciare.
Ma noi preferiamo stare ad “aspettare” pensando che forse non siamo ancora pronti, preparati a sufficienza… che siamo impegnati con la famiglia, nel lavoro ecc. che non abbiamo le scarpe comode per andare… Quante scuse per paura di rischiare di perdere quel bagaglio di autostima che ci portiamo appresso… La Vergine non ha detto ai bambini aspettate che si muovano i “grandi” e poi dopo farete voi. Ma li ha mandati in prima linea, allo sbaraglio o meglio “come agnelli tra i lupi”.
Di andare non si deve smettere mai semplicemente perché non si arriva mai… il popolo di Dio è grande, ma 12 pescatori ignoranti, guidati dallo Spirito Santo, lo hanno rivoluzionato.
I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 13
La terra di Coin
Il cosiddetto episodio della terra di Coin è uno dei passi più lunghi e significativi del Messaggio di Maria a La Salette per l’importanza e l’efficacia dei contenuti evocati dal susseguirsi della narrazione.
Alla domanda che la Vergine rivolge ai due bambini: “Avete mai visto il grano guasto?” rispondono “No, Signora…”. Probabilmente avremmo risposto così anche noi. Alcuni ragazzi delle nostre città non hanno nemmeno mai visto il grano sano, figurarsi quello guasto. Il grano guasto non lo si conserva, lo si butta via, non serve: è il simbolo della carestia.
Oggi assistiamo non solo ad una povertà materiale ma anche alla perdita di valori morali e al diffondersi di un forte disagio sociale. Alla carestia naturale si assomma un problema di speculazione, di disonesta distribuzione delle risorse, di sfruttamento della manodopera fino al punto da ledere la dignità umana. E’ una crisi procurata da una minoranza incurante del prossimo. Il grano sano è segno di abbondanza e di grazia. Il grano, trasformato in pane, quando diventa il Corpo stesso di Cristo è l’alimento dell’anima. Ma noi guastiamo questo pane quando nell’Eucarestia lo riceviamo distrattamente o per abitudine, quando facciamo cadere in polvere quest’immenso dono che Gesù ci fa. Questo è il grano guasto della nostra anima. Gesù è molto attento al pane. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, dopo averlo fatto distribuire a tutti ne fa accuratamente raccogliere gli avanzi “perché nulla vada perduto” (Gio 6, 12). D’altra parte Gesù nasce in un paese, Betlemme, che in ebraico vuol dire “casa del pane”. Senza pane l’uomo muore, “indispensabile per la vita è il pane” (Sir 29, 21). Come tutti gli esseri viventi l’uomo ha bisogno di cibarsi, non è autonomo ma dipende dai prodotti della terra. L’uomo per sua natura teme la morte, ma Gesù lo rassicura offrendo se stesso: “Io sono il pane vivo, disceso dal Cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gio 6, 51). Il cristiano, il discepolo di Cristo, ha la vita eterna assicurata, garantita dalla fede. Altro che grano guasto… Massimino non ricorda di avere visto il grano guasto e dà una risposta immediata. E’, come molti di noi, distratto, superficiale, irriflessivo, vive con non curanza. La Vergine, con estrema dolcezza, lo fa riflettere e dice una delle più belle e commoventi frasi di tutto il Messaggio. Ricorda un episodio banale ed insignificante della vita del ragazzo: “Ma tu figlio mio, certamente una volta lo hai visto con tuo padre, nel campo di Coin. Il padrone del campo disse a tuo padre di andare a vedere il grano guasto. Ci andaste tutti e due, tuo padre prese in mano due o tre spighe, le stropicciò e tutto cadde in polvere”.
Il padre di Massimino faceva il falegname a da anni non frequentava la Chiesa. Incredulo di quanto accaduto al figlio, condivideva con alcuni paesani i motti di derisione indirizzati al ragazzo. Ma quando questi gli raccontò ciò che la Vergine aveva minuziosamente descritto del loro viaggio a Coin si rese conto della straordinarietà dell’evento e si convertì. La Vergine continua il suo racconto: “al ritorno quando eravate a mezz’ora da Corps tuo padre ti diede un pezzo di pane dicendoti: Prendi, figlio mio, mangia ancora del pane per quest’anno, perché non so chi ne mangerà l’anno prossimo se il grano continua in questo modo”. Quel pezzo di pane dato a Massimino rappresenta le preoccupazioni e le ansie di tutti i genitori del mondo nei confronti dell’avvenire dei figli, che, soprattutto oggi, vivono nella superficialità religiosa e nella precarietà sia sociale che lavorativa e si sentono privati della speranza nel futuro. Il signor Giraud, padre di Massimino, si converte nel momento in cui si rende conto che la Vergine testimonia che Dio vive con noi ogni momento della nostra esistenza, non solo è presente ma con-divide con ciascuno gli avvenimenti della realtà quotidiana. L’episodio della terra di Coin è la dimostrazione che viviamo alla presenza di Dio al quale dobbiamo affidarci totalmente ed abbandonarci alla sua tenerezza. Lasciamoci allora guardare da Dio, anzi cerchiamo di conquistare il suo sguardo. Quale rivoluzione ci sarebbe nel mondo se ogni persona si rendesse conto di vivere sotto lo sguardo di Dio! Chiediamo aiuto a Maria e non stanchiamoci di ripetere: “Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio Gesù”.
I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 12
“In Quaresima vanno in macelleria come cani”
Sono parole dure queste usate da Maria nella sua apparizione a La Salette. Dopo essersi riferita a chi lavora la domenica e va a Messa solo per burlarsi della religione, come se non bastasse, aggiunge: “in Quaresima vanno in macelleria come cani”. Ancora una volta la Vergine si rifà alla Scrittura dove il termine “cane” era usato in senso dispregiativo per indicare i non ebrei. San Paolo stigmatizza come cani coloro che rifiutano la nuova alleanza in Cristo (cfr Fil 3, 2).
Maria in modo accorato si riferisce a chi non obbedisce alle indicazioni della Chiesa. “I precetti della Chiesa... danno una linea di vita morale che si aggancia alla vita liturgica e di essa si nutre.
Il carattere obbligatorio di tali legge positive promulgate dalle autorità pastorali, ha come fine di garantire ai fedeli il minimo indispensabile nello spirito di preghiera e nell’impegno morale, nella crescita dell’amore di Dio e del prossimo” (CCC 2041).
Molti cristiani purtroppo non ottemperano più a questi doveri e, in particolare, all’astinenza e al digiuno, penitenze nelle quali è coinvolta la totalità della persona in corpo e spirito. Non sono forme di disprezzo del corpo ma diventano mezzi per fortificare lo spirito e renderlo, nello spontaneo dono di sé, capace di potenziare la stessa sua corporeità. Dono non di una rinuncia ma di una conquista.
Per il popolo di Israele la pratica del digiuno ha sempre rappresentato un modo per esprimere la fede nell’unico vero Dio e per manifestare la presa di coscienza del proprio peccato e quindi il pentimento, la conversione e l’espiazione. Di fronte a momenti difficili per implorare l’aiuto divino venivano proclamati digiuni solenni ai quali aderiva l’intera comunità.
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto e vince le tentazioni. “Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4, 4).
Il digiuno quaresimale
Il digiuno quaresimale è una prassi antica in uso nella Chiesa e definita fin da IV secolo. La Chiesa ci indica quali sono i tempi per la pratica dell’astinenza ossia tutti i venerdì nonché il mercoledì delle ceneri in ricordo della passione e morte di nostro Signore.
La Vergine si rammarica perché proprio quando maggiormente dovremmo sentirci partecipi delle sofferenze di Cristo e riflettere sulle nostre colpe usiamo il cibo che facciamo diventare da necessità a mezzo di peccato. La prassi della penitenza dovrebbe diventare una coerente risposta ed una testimonianza di adesione concreta e libera ai suggerimenti della Chiesa. Si va sempre più diffondendo tra i cristiani praticanti l’uso di devolvere alle opere parrocchiali (Caritas) l’equivalente in denaro degli alimenti non consumati. Il digiuno, per acquistare valore, deve essere sempre legato alla preghiera, alla carità e alla meditazione della parola di Dio, altrimenti diventa un atto di pedissequa e formale obbedienza.
Pietro Crisologo dice: “preghiera, digiuno, misericordia sono una cosa sola e ricevono vita uno dall’altra. Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte tre insieme non ha niente. Perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia” (Discorso 43).
Astinenza
Ai tempi dell’apparizione della Vergine a La Salette la dieta dei poveri contadini non prevedeva un grande uso di carne: l’astinenza era una costante, quindi era ancora più colpevole ed in mala fede chi dileggiava il precetto.
La Chiesa viene incontro alle esigenze dei tempi moderni e permette di sostituire l’astenersi dalle carni (tranne che per i venerdì di Quaresima e, ovviamente, per il venerdì santo nel quale è obbligatorio anche il digiuno) con atti di carità e preghiere. Ciò non vuole assolutamente dire che il precetto è stato abolito. Cerchiamo, dunque di rispettarlo in casa, al bar, al ristorante e di cogliere ogni occasione per ricordarlo e testimoniarlo.
I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 11
La Messa nel giorno del Signore
“D’estate a Messa vanno solo alcune donne anziane. Gli altri lavorano di domenica tutta l’estate. D’inverno, quando non sanno che fare, vanno a Messa ma solo per burlarsi della religione”
La Vergine, nel suo Messaggio a La Salette, ritorna due volte sul “giorno del Signore”. Prima parla del riposo nell’unico giorno che si è riservato, ora della partecipazione alla Messa. Come a dire che non basta astenersi dal lavorare ma bisogna celebrare se si vuole santificare la festa. Ancora una volta unisce l’Antico con il Nuovo Testamento. “Il precetto della Chiesa definisce e precisa la legge del Signore: la domenica e le altre feste di precetto i fedeli sono tenuti all’obbligo di partecipare alla Messa. Soddisfa il precetto chi vi assiste dovunque venga celebrato nel rito cattolico, o nello stesso giorno di festa o nel vespro del giorno precedente… Coloro che deliberatamente non ottemperano questo obbligo commettono un peccato grave.. I fedeli partecipando alla Messa attestano la loro comunione nella fede e nella carità. Essi testimoniano al tempo stesso la santità di Dio e la loro speranza nella salvezza” (cfr CCC 2180, 2181, 2182).
La Vergine nel 1846 dice che a Messa vanno solo alcune donne anziane.
Purtroppo oggi la partecipazione è quanto mai bassa. Da una recente statistica del CENSIS risulta che il 57,8% degli italiani si dichiara cattolico praticante, ma che solo il 21,4% va a Messa settimanalmente e che il 30,8% di questi ha oltre 64 anni. Ma c’è di peggio: se i cristiani praticanti sono in vacanza a Messa va solo il 15,5%. Questo vuol dire che ci sono cristiani che considerano il partecipare alla Liturgia domenicale una cosa di secondaria importanza della quale si può fare tranquillamente a meno, anteponendole impegni occasionali.
Come è possibile dichiararsi cristiano praticante se non si va a Messa almeno una volta a settimana! Che razza di cristiani siamo se non celebriamo l’Eucarestia il giorno della Resurrezione di Cristo!
E’ l’Eucarestia che fa la domenica
Fermiamoci e riflettiamo togliendoci di dosso il torpore dell’abitudine e chiediamoci quali sono i veri motivi che dovrebbero spingerci ad andare a Messa la domenica:
- perché ci sentiamo chiamati, invitati, attesi da Cristo;
- per nutrirci del Corpo di Cristo e lasciarci plasmare dallo Spirito Santo;
- per ringraziare, lodare e chiedere perdono;
- per sentirci parte viva della Chiesa Parrocchiale e Universale;
- per sensibilizzarci ai problemi e alle necessità degli altri;
- per imparare a testimoniare la pace e la gioia della nostra fede.
Chiediamoci anche a quante Messe abbiamo partecipato distrattamente, annoiati o in modo superficiale. Messe che, pertanto, non hanno dato il frutto che avrebbero dovuto, che non ci hanno aiutato a progredire nella vita cristiana: sono fonti che abbiamo lasciato inaridire.
La Vergine piange perché siamo così sciocchi da sprecare questa grazia, questo dono di Dio.
Burlarsi della religione
La Madonna dice ai due pastorelli che ci sono persone che si burlano della Religione. Forse mai nella storia dell’umanità c’è stato un periodo in cui si manca di rispetto al sacro, nei suoi valori fondamentali e nelle sue varie espressioni, come oggi. Si deride e si offende la religione, i suoi ministri, i suoi rappresentanti, i suoi sacramenti in nome della individuale libertà di pensiero e di espressione.
Esiste una vera e propria campagna denigratoria nei confronti della Chiesa e del suo agire senza minimamente tenere conto di quell’immenso serbatoio di umanità e carità che la caratterizza. La Chiesa è composta da uomini e donne che, come tutti, possono commettere errori, fare scelte sbagliate e pertanto diventare occasione di critiche, di dileggi e di facile ironia; dovremmo, invece, solo pregare per il loro ravvedimento e raccomandarli alla misericordia di Dio. Ci consola ricordare che se c’è stato un apostolo che ha tradito ve ne sono stati altri undici fedeli.
Preghiamo la Vergine de La Salette che ci aiuti ad essere sempre testimoni del rispetto che portiamo per la nostra religione e dell’amore per la nostra Chiesa che si raduna attorno a Cristo ed è unificata in Lui, nel suo Corpo. “E quindi se un membro soffre, soffrono con esso tutte le altre membra, se un membro è onorato ne gioiscono con esso tutte le altre membra” (CCC 791).
Invito alla preghiera
“Fate bene la vostra preghiera, figli miei?”
E’ una domanda semplice che Maria, a La Salette, come solo una mamma premurosa può fare, rivolge a Massimino e Melania. E loro senza imbarazzo rispondono la verità: “Non sempre, Signora”. E’ la domanda che Maria fa oggi ad ognuno di noi: “e tu preghi?” E’ il richiamo di Maria alla preghiera personale, Lei che è stata sempre abituata a custodire e meditare tutti gli avvenimenti di cui è stata partecipe sa, meglio di chiunque, quanto è importante la preghiera. Pregare è rispondere all’amore di Dio, è andare alla ricerca di Dio, è riconoscere che siamo suoi figli, sue creature, è prendere coscienza che Dio ci ascolta.
Quando l’uomo si desta dal suo delirio di onnipotenza e prende coscienza dei suoi limiti e della sua vulnerabilità, sente la necessità di pregare e questo avviene in tutti i popoli e per tutte le religioni. Preghiamo quando le cose vanno bene per ringraziare e per chiedere soccorso quando vanno male.
Gli Apostoli stessi che vedevano il rapporto diretto esistente tra la straordinaria vita di Gesù e la sua profonda e costante preghiera gli hanno chiesto: “insegnaci a pregare” e Gesù lo ha fatto recitando quel capolavoro che è il Padre Nostro.
Maria ripete l’affettuoso “figli miei” ed aggiunge “bisogna proprio farla sera e mattino”. Quel bisogna colpisce.
Vivere senza pregare vuol dire non saper adoperare questo “dono” che può salvare il mondo. Bisogna desiderare di pregare e farlo, perché solo pregando si impara a pregare, ma… noi non abbiamo tempo! In realtà non manca il tempo ma la “condizione” per trovarlo.
A Dio che è il padrone del tempo dedichiamo solo qualche breve momento della nostra giornata.
E’ triste pensare che il frenetico ritmo in cui viviamo ci porti a diventare schiavi del tempo, a non riuscire a gestire e santificarne nemmeno una piccola parte da dedicare a Dio considerandolo una perdita di tempo.
Quando potete ditene di più
Spesso ci manca la capacità di rimanere soli per riflettere, per trovare Dio dentro noi stessi ed inserirLo nel quotidiano. Si è soliti dire che la preghiera santifica il tempo. La Vergine a La Salette ci dice perfino quando dobbiamo farla: “sera e mattino”. Lei stessa ci scandisce il tempo come fatica e riposo, come svegliarsi e dormire e, come vivere e morire perché senza preghiera si muore dentro.
La Madonna a La Salette non chiede grandi preghiere ma si accontenta solo di un “Pater ed un’Ave”, dell’essenziale. Chiede di pregare rivolgendosi a Lei, dimostrando così il suo amore e la sua potenza. Non per niente la chiamiamo: Virgo potentissima e Auxilium christianorum. La Vergine si accontenta di poco ma ci dice anche che: “quando potete fare meglio ditene di più”. Ma come pregare? Ci risponde il Vangelo: “Quando preghi entra nella tua camera e chiudi la porta, prega il Padre nel tuo segreto” (Mt 5, 6): Pregare sempre nel segreto del proprio cuore per rimanere uniti a Dio e trasformare tutta la vita in preghiera.
San Paolo dice che i fedeli a volte non sanno cosa sia utile chiedere perché si attui la volontà del Padre, ma lo Spirito suggerisce ciò che è più conveniente (cfr RM 8, 26-27). Le nostre preghiere devono essere fatte con l’umiltà di chi sente la necessità di ringraziare, di essere riconoscente. Purtroppo siamo usi pregare per chiedere ma poco per lodare e ringraziare Dio per tutto ciò che ci ha donato.
San Francesco pregava chiedendo”fede retta, speranza certa, carità perfetta, umiltà profonda, sapienza e discernimento”.
“Se si convertono le pietre e le rocce diventeranno mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi”
La Vergine a La Salette, con questo “SE”, ci mette di fronte a tutta la nostra responsabilità e continua la costante esortazione che percorre tutto l’Antico ed il Nuovo Testamento che si sintetizza nel “convertitevi”. Maria piange sulle nostre sciagure e ci indica l’unico modo per ristabilire il rapporto con il Padre e non restare soffocati dalle nostre miserie. Nel giardino in Eden tutto era pace e fecondità: la conseguenza del peccato è morte dolore e fatica (cfr Ge 3, 16-19).
Ma che cosa vuol dire convertirsi?
Vuol dire ritornare sui propri passi e riscoprire l’essenziale della vita, è trovare il coraggio di inginocchiarsi davanti ad un Sacerdote e dire: “ho sbagliato” con la certezza che Dio ci dà la forza di ricominciare.
Per fare ciò occorre rimuovere quello che di negativo, di egoistico, di malvagio è nascosto nel segreto del nostro essere. Mettersi in discussione comporta fatica, umiltà, riflessione, preghiera e perdono incondizionato delle offese… Nel Padre Nostro diciamo “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo…”.
Convertirsi è cambiare, diventare un uomo nuovo, è rivestire di carne le ossa inaridite e ricevere uno spirito nuovo che rende possibile la vita: è ri-vivere (cfr Ez 37, 1-13).
A noi forse non viene chiesto di vivere una conversione eclatante come quella di San Paolo, S. Agostino, S. Francesco ecc. ma ci viene chiesto di convertirci tutti i giorni, in un impegno costante attraverso gli avvenimenti del quotidiano. Ripartire dopo ogni confessione perché “convertitevi il Regno di Dio è vicino” (Mt 4, 17) è valido anche adesso, la conversione è continua perché Dio non lo si ama e conosce mai abbastanza.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al punto 1847, ricorda che Dio ci ha creato senza di noi ma non ha voluto salvarci senza di noi (cfr Lc 15). L’accoglienza della sua misericordia esige da parte nostra il riconoscimento delle nostre colpe. “Se diciamo che siamo senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa” (Gv 1, 8-9).
Siamo tutti peccatori ma purtroppo sempre pronti a sottolineare gli errori degli altri e a giustificare i nostri se non addirittura a negarli. La misericordia di Dio è infinita e perdona tutto e tutti, anche chi crede di avere una colpa tanto grande da non poter essere perdonata. Dio chiama tutti e sempre, pensiamo agli operai dell’ultima ora, al buon ladrone… non c’è un tempo ideale per convertirsi. Maria a La Salette non chiede una conversione di massa ma vuole la mia ed ora. Si dice che il paradiso è pieno di peccatori pentiti! Prega per noi Vergine Riconciliatrice affinché, veramente riconciliati, diventiamo degni delle promesse di Cristo.
La gioia della conversione
Maria chiedendo di convertirci manifesta anche le conseguenze di questa scelta: “le pietre e le rocce…”. L’Antico Testamento è costellato di numerosi esempi di “vantaggi” che scaturiscono dall’avere dato fiducia alle parole di Dio: “beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe, chi spera nel Signore suo Dio… Egli è fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati” (Sal 146, 5-7).
Convertirsi vuol dire anche abbandonarsi alla fiducia in chi ci ha assicurato di esserci sempre accanto e di non lasciarci mai soli. “Beato l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. E’ come un albero piantato lungo il fiume, nell’anno della siccità non si darà pena, non smetterà di produrre frutti” (Ger 17, 7-8).
Quante volte nella vita ci diamo pena perché contiamo solo nelle nostre forze senza confidare nell’aiuto di Dio! Pensiamo alle Donne che, di buon mattino, si recavano al sepolcro e “dicevano tra loro: chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro? Alzando lo sguardo videro che la pietra era già stata rotolata, benché fosse molto grande” (Mc 16, 3-4). Tanta preoccupazione e poi il Signore aveva già provveduto! Questo non vuol dire che dobbiamo vivere nel fatalismo o nella pigrizia.
Vige sempre il proverbio: aiutati che Dio ti aiuta; ma ricordiamoci anche che “se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i muratori, se il Signore non vigila sulla città invano veglia la sentinella” (Sal 127, 1).
Si è soliti dire che il cristiano deve agire come se tutto dipendesse da lui, ma tenendo sempre presente che tutto dipende da Dio e da Dio tutto proviene.
Quando Maria dice a Massimino e Melania che le rocce si trasformeranno in grano pare di sentire Gesù che afferma: “Non preoccupatevi della vostra vita, di quello che mangerete o berrete. Il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno, cercate invece anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte le cose ci saranno date in aggiunta” (Mt 6, 25-33). Quante volte le preoccupazioni del quotidiano ci fanno dimenticare che il nostro fondamentale compito di cristiani è quello di prodigarci perché “venga il suo regno”!
Se avessimo più fede nelle parole di Cristo il mondo andrebbe senz’altro meglio e noi vivremmo più sereni e felici. Benedetto XVI nella Giornata Mondiale della Gioventù del 2012 parlando della gioia della conversione dice “la volontà di Dio è che noi siamo felici. Per questo ci ha dato delle indicazioni concrete per il nostro cammino: i comandamenti.. un insieme di essenziali e preziose regole di vita che conducono a un’esistenza felice realizzata secondo il progetto di Dio”.
Il Signore sa quali sono le nostre necessità ma è importante che noi gliele chiediamo altrimenti non ci avrebbe insegnato a pregare dicendo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
La Provvidenza di Dio ci aiuta nel quotidiano per il necessario ma noi siamo ingordi e cerchiamo di ammucchiare per timore di non averne abbastanza, per paura di rimanere senza. Pensiamo a Mosè che riferendosi alla manna piovuta dal cielo dice: “Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino” (Es 16, 19). Dobbiamo fidarci, quindi, totalmente di Dio perché preoccuparci eccessivamente per il domani vuol dire non avere fede e non riuscire a cantare con il salmista: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”.
La Vergine a La Salette, nell’esortarci alla conversione, a diventare persone nuove, dice che tutto cambierà in conseguenza di questa nostra scelta. Infatti dove ora c’è aridità e sterilità le rocce diventeranno mucchi di grano e tutto sarà fecondo. E’ il passaggio dalla povertà alla ricchezza, dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia.
Anche la vita del “convertito” è segnata da prove, cadute, dolori e difficoltà d’ogni genere, ma il sapere che Cristo crocifisso è con lui sempre, è un aiuto incommensurabile. La sua vita è come la casa costruita sulla roccia (Mt 7, 24).
Soprattutto noi laici salettini, impegnati a testimoniare il Messaggio di Maria dovremmo ricordarci che la Vergine porta sul petto il Figlio crocifisso e che solo fissando in Lui lo sguardo possiamo trovare conforto e forza. Teresa d’Avila diceva: “Niente ti turbi, niente ti spaventi, chi ha Dio nulla gli manca, tutto passa, solo Dio resta, solo Dio basta”.