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Tratta

La giornata, intitolata «Accendi una luce contro la tratta», è promossa dalle Unioni internazionali femminili e maschili dei superiori generali (Uisg e Usg) ed è patrocinata dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica e dai Pontifici consigli della Pastorale per i migranti e gli itineranti e della Giustizia e della pace. In rappresentanza di questi dicasteri vaticani sono intervenuti con un breve saluto i cardinali João Braz de Aviz, Antonio Maria Vegliò e Peter Kodwo Appiah Turkson.

Ancora una volta — dopo i continui richiami di Papa Francesco e dopo i convegni tenuti alla Pontificia Accademia delle Scienze — dal Vaticano si leva una voce forte e decisa contro uno delle piaghe più terribili che tormentano la società contemporanea. Come ha ricordato suor Carmen Sammut, presidente dell’Uisg, oggi «milioni di bambini, donne e uomini sono venduti e condotti in schiavitù per il lavoro forzato, la prostituzione o il traffico di organi». (VIS)

La celebrazione dell'Anno della Giustizia e della Pace nella nostra Congregazione si presenta come una sfida ad affrontare questioni specifiche, che riteniamo siano incluse nei concetti presentati qui. Vi presentiamo il calendario per l'anno 2015, che tiene conto di alcuni temi attinenti alla Giustizia e Pace. Nel mondo si celebrano alcuni giorni nei quali vengono messi in evidenza gli aspetti della Giustizia, Pace e Riconciliazione. La Chiesa propone delle date allo scopo di sottolineare sia i diversi aspetti della sua Dottrina Sociale che il sostegno da essa dato alle celebrazioni internazionali o mondiali.
     Per questo motivo invitiamo ogni provincia/regione a pianificare il calendario annuale delle proprie attività tenendo presenti le iniziative (o almeno alcune ritenute più urgenti a livello pastorale o territoriale) della Chiesa e quelle dei Nazioni Unite. Sarebbe bello trovare un giorno al mese in cui invitare i confratelli, i nostri collaboratori Laici salettini, i parrocchiani sia per un momento di preghiera che per delle attività specifiche, al fine di prendere maggiore consapevolezza circa questi temi. Si potrebbero utilizzare, inoltre, anche alcune commemorazioni nazionali o locali per parlare, pregare, impegnarsi in attività riguardanti la Giustizia e Pace. La preghiera e la riflessione devono aiutarci ad individuare, a partire dalle nostre in comunità e quindi dal territorio in cui viviamo, quelle realtà che hanno bisogno del nostro sostegno umano e religioso.
(Vi  indichiamo esemplari le fonti da cui provengono le iniziative: ONU (Nazioni Unite); CC (Chiesa Cattolica) Cliccando sui rispettivi link potete trovare delle piste utili per la riflessione personale e comunitaria)


1 Gennaio - Giornata della Pace(CC) Pontificio Consiglio della Giustizia e PaceCompendio della Dottrina Sociale della Chiesa, XI La Promozione della pace,
18 Gennaio - Giornata del Migrante e del Rifugiato (CC) Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 505;COR UNUM(CC)
17 Gennaio - Giognata del dialogo con Giudaismo (CC)
24 Gennaio -oppure 1 Gennaio -  Giornata delle Comunicazioni Sociali (CC); Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 414 informazione e democrazia; Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
 
11 Febbraio - Giornata Mondiale del Malato (CC);  Wikipedia

20 febbraio - Giornata Mondiale della Giustizia Sociale(ONU) Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 81
23 Febbraio - Giornata internazionale per sostegno dei bisognosi
 
8 Marzo - Giornata Internationale per i diritti delle donne (ONU) Mulieris Dignitatem (JPII)

21 Marzo - Giornata per l'eliminazione della discriminazione razziale (ONU) Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa 144 L'Ugualianza in dignità.

22 Marzo - Giornata Mondiale del'Aqua (ONU) Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, X Salvaguardare l'ambiente

24 marzo - Giornata Internazionale, per gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime (ONU)
25 marzo - Festa dell'Annunciazione - Giornata per la Vita; (CC) Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 155;  Chiesa contro l'aborto
Ultimo Sabato del Marzo Ora della Terra (WWF)
 
22 Aprile  - Giornata mondiale della Terra(ONU) Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa,  X Salvaguardare l'ambiente
 
I Maggio – Festa del lavoro;  San Giuseppe lavoratore (CC) Laborem Exercens (JPII);  Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, VI
15 Maggio - Giornata Internazionale delle Famiglie(ONU);  Pontificio Consiglio per la Famiglia (CC)
Secondo Sabbato del Maggio - Giornata Mondiale perFair Trade (CC);  Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, III. La destinazione universale dei beni.
 
1 Giugno – Giornata Mondiale del Bambino (UNICEF);    Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa,Dignità e i diritti dei bambini, 244 (CC)
5 Giugno - Environment Day(UNEP)
20 Giugno - Giornata Mondiale dei Rifugiati (ONU)  [nella Chiesa Cat. -18 Gennaio]
 
Luglio
 
19 Agosto - Giornata del aiuto umanitario(ONU)
 
10 Settembre - Celebriamo Giustizia e Pace nella Congregazione;  Giorno dei Laici Salettini
21 Settembre - Giornata intenazionale della Pace (ONU); Giornata della preghiera per la PacePontificio Consiglio della Giustizia e Pace
 
Ottobre - Primo Lunedi in Ottobre - World Habitat Day(ONU)
2 Ottobre - Giornata internazionale della nonviolenza(ONU)
4 Ottobre - Santo Francesco Patrono dei animali e  Ecologia (CC);  Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa,  X Salvaguardare l'ambiente;
14 Ottobre  - Giornata Modiale dei Missioni (CC);  Pontificie Opere Missionarie
16 Ottobre- Giornata mondiale dell'alimentazione(FAO)  Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa166; 478
17 Ottobre - Giornata Mondiale per l'Eradicazione della Povertà Giornata Mondiale per l'Eradicazione della Povertà (ONU); Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa,182; VII L'uomo povertà e ricchezza
 
25 Novembre  - Giornata Internazionale per eliminazione violenza contro donne(ONU);  Violenza sulle donne, ora basta. (CC)
2 Dicembre -Giornata Mondiale dei Disabili(ONU)
10 Dicembre - Giornata dei diritti umani(ONU);  Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, IV Diritti Umani (CC),
18 Dicembre - International Migrants Day (ONU); Fondazione Migrantes(CC)
27 Dicembre - Festa della Santa Famiglia (CC) Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa V La Famiglia prima società naturale,
28 December - Festa dei ss Innocenti (CC)

Sulla pagina principale a canto di questo segno     JPIC Logo    troverete riflessioni per ogni mese.
 

Il grido della terra e il grido dei poveri. La crisi ecologica : una sfida di giustizia sociale”.

 Premessa: la crisi ecologica, una sfida di giustizia sociale.

Il tema della salvaguardia del creato è, oggi più che mai, urgente e imprescindibile. Lo sottolinea con parole nitide Papa Benedetto XVI:   "dobbiamo avvertire come dovere gravissimo quello di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch'esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla [Caritas in veritate, 50]                                                                                                                                                “ Le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere il suo stile di vita che , in molte parti del mondo è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano.   E’ necessario un effettivo cambio di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita. Nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti” (Caritas in veritate, 51)  

La Parola di Dio

            La terra è sempre più degradata e saccheggiata. San Paolo nella lettera ai Romani 8,19-21 afferma: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio”.                                                                                                                   Animati da una passione per la giustizia ecologica, ritroviamo di nuovo lo Spirito di Dio, cercando di liberare una creazione sofferente, che ci chiede lo spazio per vivere e respirare!

Urgenza della riconciliazione ecologica.                                                                                                       Riconciliarsi con il creato sia una specificità di questo Santuario. I Ss. Medici curano con le erbe, benedicono e curano anche gli animali; il loro martirio è descritto con i 4 elementi cosmici: acqua, fuoco, vento terra. Questo imperativo deve interpellare e mobilitare noi devoti dei Santi Medici, tutti i credenti a tutti i livelli della nostra vita e della nostra missione comune. Ciò avverrà tramite una conversione spirituale, una presa di coscienza, di discernimento personale e collettivo, che ci conduca progressivamente verso un’autentica “solidarietà ecologica”.  

Una conversione spirituale                                                                                                                 Prendersi cura di ciò che ci circonda e preoccuparsi della sorte degli ecosistemi richiedono una reale conversione del cuore. Se l’ecologia non è una dimensione costitutiva della nostra spiritualità o del nostro sguardo sul mondo, rischia di dimorare ai margini dei nostri impegni apostolici , o ancora peggio, di apparire come un fastidio nella realizzazione degli stessi, invece è parte fondante del nostro essere e impegno di credenti. Ispirati dalla Parola di Dio che ci invita a “trovare Dio in tutte le cose” noi siamo, prima di tutto, invitati ad accogliere la bellezza e la bontà dell’acqua, della terra, dell’aria, delle piante, degli alimenti, dei paesaggi ecc. Tutti questi elementi della natura sono altrettanti “segni” attraverso i quali si manifesta la grazia e la presenza di Dio come la nostra coappartenenza a questo pianeta sul quale viviamo. Imparare a “sentire e gustare ciò interiormente” è il primo passo di una necessaria “conversione”. E’ anche il fondamento del senso di responsabilità e della creatività che ci permetterà di trovare delle alternative alle nostre pratiche organizzative e ai nostri stili di vita che contribuiscono alla crisi ecologica contemporanea.                                                                                                                                      Quando ci troviamo ad affrontare i problemi urgenti del nostro tempo per quanto riguarda l'inquinamento del nostro ambiente, lo sperpero delle risorse naturali, lo sterminio di flora e fauna, e la contaminazione dello spazio, ci troviamo coinvolti non semplicemente per una violazione della creazione naturale, ma per la formazione di incrostazioni del nostro nido umano che è la terra, la privazione della vita con il saccheggio dell'ambiente naturale, la devastazione con armi di distruzione di massa (defogliazione ad esempio in Vietnam), lo sperpero del patrimonio delle generazioni future.                                                                                                                                              Viviamo in una società consumistica che ci considera sempre meno cittadini e sempre più consumatori. E’ impressionante notare che nel mondo abbiamo circa un miliardo di ipernutriti e un miliardo di denutriti e affamati. E’ bene ricordare che la fame e l’obesità sono sintomi dello stesso problema ed effetto dello stesso sistema iperconsumista, il quale fa ammalare non solo le persone ma anche l’ambiente. Il consumatore avido sempre di nuove cose; per averle non rispetta né Dio, né il creato né i fratelli; non ha più tempo per le relazioni che sono i beni fondamentali della vita.

La sobrietà diventa liberazione e non privazione                                                                                                                                                         La conversione che dobbiamo realizzare possiamo chiamarla operazione zaino”, avere il coraggio di svuotare lo zaino della vita dove abbiamo inserito tante cose ( si parla di 10.000 oggetti che mediamente noi europei abbiamo nelle nostre nelle case), iniziare il discernimento tra quelle importanti e quelle di cui possiamo fare a meno. Dobbiamo liberarci dallo stress quotidiano provocato dal continuo correre per soddisfare le mille proposte di oggi e altre mille domani. In questo modo la sobrietà diventa liberazione e non privazione.                                                                                                                                                           San Paolo ci dice che il peccato dell’uomo provoca il gemito del creato. Per cui oggi la nostra conversione deve partire dal nostro rapporto con la creazione perché, come diceva Benedetto XVI nel brano sopra citato: le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa.                                                                                                  

Vie di discernimento e di azione                                                                                              E’ anche attraverso una profonda revisione dei nostri modi di vita individuali e collettivi, che noi possiamo raccogliere la sfida ecologica che ci si presenta oggi. E’ per questo che ognuno di noi, ogni comunità è invitata a proseguire e, se ciò non è ancora stato fatto, ad iniziare una reale verifica e una seria valutazione delle proprie esperienze e scelte in materia ambientale. Pensate solo ai problemi ai quali andiamo incontro in questi giorni che il Comune ci ha chiesto di fare una raccolta differenziata. Eppure è una necessità. Noi qui al santuario abbiamo già realizzato una raccolta di erbe e abbiamo cercato di scoprire la ricchezza con cui la nostra Madre terra ci viene incontro e, con il pranzo a base di erbe facevamo un primo tentativo per la proposta di un nuovo stile di vita.

La nostra responsabilità verso la terra                                                                                      Le serate di spiritualità vogliono farci prendere coscienza che la Riconciliazione con la creazione è uno dei tre pilastri fondanti dell’uomo Creato da Dio; gli altri due sono: riconciliati con Dio e con il fratello. Intendono poi provocarci alla conversione spirituale che si concretizza in una accentuata valorizzazione della nostra alleanza con la creazione come una realtà fondamentale per lo stabilirsi di giuste relazioni con Dio e con gli altri. Devono spingerci ad agire di conseguenza nella nostra responsabilità politica, nel nostro impiego, nella nostra vita familiare e nel nostro stile di vita personale . Dobbiamo dare prova di una solidarietà ecologica sempre più efficace nella nostra vita spirituale, comunitaria e apostolica. E’ urgente superare le nostre esitazioni e la nostra indifferenza per assumere la nostra responsabilità rispetto alla nostra dimora, la terra.

Mobilitiamoci maggiormente, sapendo che la cura che abbiamo per l’ambiente incide sulla qualità delle nostre relazioni con Dio, con gli altri. La Riconciliazione con la creazione tocca il cuore della nostra fede e del nostro amore per Dio, da cui noi veniamo e verso cui andiamo.

                                     P. Celeste Cerroni , MS

Ultimo Capitolo Generale nel 2012 abbia preso decisione (n 8), che l'anno  2015 sarà per tutta Congregazione un anno di Riconciliazione, Giustizia, Pace e Rispetto del Creato. Sotto abbiamo messo il materiale come aiuto a meglio vivere questo anno.

 Mesi: Gennaio - Febbraio - Marzo Apprile - Maggio -Lugio
 Rispetta specialmente:  Tutte le communità nella Congregazione  
 Il Tema:  Vita consacrata ascolta il "grido dei poveri"  

 La nostra atenzione rivolta a:

 Diritti umani, giustizia

Il nostro carisma della riconciliazione

 

Quale riferimento:

Evangelii Gaudium, altri testi dei Papi

 

     
Dalla nostra Regola di Vita:

"...ci sforziamo di realizzare in noi stessi il distacco evangelico. Fiduciosi nella Provvidenza del Padre, vogliamo essere liberi da ogni eccessiva preoccupazione circa i beni di questo mondo per cercare anzitutto il Regno di Dio e per meglio rispondere al "grido dei poveri" (Reg. 10)

"Quando una Provincia accetta il servizio delle parrocchie, rivolgerà la sua preferenza verso quelle più abbandonante..(Reg. 44)

Questione chiave: Chi e oggi un povero? Dove lo incontriamo?  
Atteggiamento profetico:

Si per la ugualianza

No per discriminazione

 

Sacra Scrittura: Job. 34,28 "sì da far giungere fino a lui il grido dell'oppresso e fargli udire il lamento dei poveri." “Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; (Gv 11:25)
Responsabile per lavoro in questo tempo:

Italia:   Vita religiosa che ascolta il grido dei poveri.docx

Argentina - Bolivia

Filippine

Angola

Madagascar

America del Nord

     

 

La Vergine nella seconda parte del messaggio, dopo aver parlato della bestemmia e della profanazione del settimo giorno, afferma come a causa di
questa profanazione le patate si guastino, il grano si ammali, l' uva marcisca, si guastino tutti i prodotti del suolo di cui il popolo vive. Tutto è compromesso in forza del peccato.

L'ordine fisico non è indifferente all'ordine morale; i due ordini non sono divisi. Questo coordinarsi dell'ordine fisico all'ordine morale per noi è misterioso. Dopo il peccato non ci appare chiaramente, ma non possiamo negarlo. E il fatto di non poterlo negare trova una conferma nelle parole della Vergine.

La creazione non ha in sé la ragione d'essere; essa è nella volontà di Dio. Nessuna cosa creata ha in sé la ragione sufficiente d'essere; nessuna è necessaria. Da che cosa dipende allora se non dal-la volontà libera di Dio? Se la creazione riposa sulla volontà di Dio, come può sussistere contro questa volontà? Qui è il fondamento del rapporto fra ordine fisico e ordine morale. Riservandola a una redenzione futura, Dio non permette che il peccato dell'uomo debba far precipitare nel nulla la creazione, ma solo la pazienza di Dio sospende il decreto della morte e della fine. L'abbandono del Figlio non è il suo intervento diretto al casti-go e alla condanna, ma è un lasciare al male di compiere la propria rovina. La sua preghiera, unitamente alla «cura» della Madre per i figli, sospende in grande misura il male che dovrebbe conseguire naturalmente al peccato. Anzi la preghiera del Cristo e della Vergine nonostante tutto sembra assicurare la salvezza. La Vergine parla di castighi temporali, non sembra minacciare la dannazione eterna. E poi la conformità della volontà dell'uomo al volere di Dio che dà all'uomo un potere reale sulla creazione perché nella misura in cui l'umanità ritorna ad essere una con Dio, anche la creazione, che è legata all'uomo, ritorna ad avere insieme all'uomo una salvezza.

Il rapporto dell'uomo con Dio determina il rapporto della creazione con 1' uomo. Se l'uomo non vive in pace con Dio, se rompe la sua alleanza con lui, anche la creazione rompe la sua alleanza con l'uomo. Al contrario dalla fedeltà dell'uomo all'alleanza con Dio, la creazione intera ritorna amica dell'uomo. E quanto insegna nell'Antico Testamento il profeta Osea (2,23-24):

Per questo in risposta a questi mali che producono morte chiede una conversione degli uomini che non è ancora la fine del mondo presente, promette una miracolosa fecondità: «Se si convertono, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi». Si è accennato più volte alla promessa, conviene soffermarci un poco su queste parole. Nel messaggio, i castighi sembrano prevalere sulla promessa; di fatto l'una e gli altri confermano l'insegnamento di un rapporto fra l'ordine morale e l'ordine fisico.

                In questo coordinamento tra ordine fisico e ordine morale il Maria ci fa prendere coscienza che sono i santi che, non solo mantengono il mondo, ma lo fanno vivere. Questo insegnamento che ci sembra così strano, lo troviamo negli scritti dei primi secoli della chiesa. Il primo scritto apologetico cristiano, l'Apologia di Aristide, che risale a pochi anni dopo la morte dell'ultimo apostolo, fa questa stupefacente affermazione: «E per la preghiera dei cristiani che il mondo sussiste». Pochi anni dopo veniva scritta la Lettera a Diogneto; vi si legge: «Quello che l' anima è nel corpo, questo sono i cristiani nel mondo. Come il corpo vive perché vi è un'anima che gli dona la vita, così il mondo vive perché vi sono i cristiani. Se l'anima sfugge dal corpo, il corpo si disfà; così se i cristiani non fossero nel mondo, il mondo cadrebbe nel nulla».celeste

 

P. Celeste Cerroni MS

 

Commissione Internazionale  Giustizia, Pace e Integrità della Creazione  (JPIC)*

La Commissione della Congregazione: Giustizia, Pace e Integrità della creazione (JPIC), che esisteva nella precedente Amministrazione Generale, ha ricevuto l'approvazione al Capitolo Generale del 2012, e ne ha richiesto il suo "rinnovamento e ri-composizione". [Cfr. decisione # 8, Capitolo generale del 2012.]

Lo stesso Capitolo ha affermato che "la nostra vita e missione sono vissute alla luce dell'opzione preferenziale per i poveri e delle esigenze della Giustizia e della Pace". [Cfr. La nostra visione di una Comunità piena di Doni e Unita, a fondamento delle decisioni del Capitolo generale 2012.]

Questa visione trova il fondamento nei profeti dell'Antico Testamento, che hanno dato voce alle preoccupazioni di Dio, e ne troviamo l’eco nei Salmi: canti del popolo di Dio in adorazione. Questa è l'atmosfera in cui Gesù è cresciuto come uomo e ha fatto discernimento della sua vocazione di essere l’annunciatore del Regno di Dio. (Ricordiamo come ha citato il profeta Isaia, annunciando il suo ruolo nell’annuncio del Vangelo [Luca 4:18-22].)

E 'questo il ruolo che Lui ha trasmesso agli apostoli e, attraverso loro, alla Chiesa. Abbiamo ampia testimonianza del continuo discernimento della Chiesa su questioni di Giustizia e Pace dall’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Nel corso degli anni gli insegnamenti sociali della Chiesa sono cresciuti a tal punto che ci rendiamo conto che JPIC non è un problema; piuttosto è il punto di vista attraverso il quale la Chiesa comprende il Vangelo e si confronta con il mondo.

Il Capitolo Generale nella Decisione N ° 8 del 2012 collega chiaramente questo tema alla riconciliazione, nostro carisma specifico, e insiste sul fatto che ne esploriamo ulteriormente i collegamenti inerenti. Come espressione del nostro carisma, abbiamo capito che, JPIC non deve essere identificato con una linea di azione, ma con una spiritualità evangelica, un modo di relazionarci con Dio, con se stessi, con gli altri e con il mondo. Questa spiritualità è il frutto della conversione sia personale che comunitaria. Con questa attitudine rinnovata, guardiamo di nuovo alle nostre Costituzioni e documenti del passato per capire che spesso abbiamo avuto la preoccupazione per le opere di Giustizia, Pace e per la creazione senza nominarli come tali.

E’ compito di questa Commissione dare nome e concretezza a queste opere nella nostra vita, carisma e missione. Siamo chiamati ad animare i laboratori e le strutture di JPIC in ogni Provincia della Congregazione, e di supportare gli sforzi provinciali dell’ JPIC agendo come “casa di chiarificazione” delle informazioni tra le azioni che avvengono nella provincia e nella Congregazione.

* Usando le iniziali GPIC stiamo seguendo l'organizzazione dei Superiori Generali (USG e UISG) delle congregazioni religiose, che hanno estratto la comprensione della giustizia e della pace dai documenti del Vaticano II. All'inizio del suo pontificato, San Giovanni Paolo II, ha aggiunto l'idea di una preoccupazione per l'ambiente, portandola allo stesso livello di Giustizia e Pace. Per questo motivo vi è stata l’aggiunta di "Integrità della creazione".


STRUTTURE

• La Commissione Internazionale è composta da 7 membri

• Le riunioni della Commissione internazionale avvengono una volta ogni due anni. Nel frattempo lavoreranno attraverso Internet.

• I membri della Commissione Internazionale JPIC sono nominati dal Generale per sei anni e possono essere rinnovati.

• Ogni Provincia istituirà una commissione provinciale JPIC composta da almeno tre membri: un Sacerdote o fratello salettino, un seminarista de La Salette e un laico. Per motivi di continuità, il mandato del Sacerdote o del fratello non scade con il termine del Consiglio provinciale, e può essere rinnovato.

• La JPIC Commissione Provinciale opera sotto l'autorità provinciale e viene invitata due volte l'anno per una riunione con il Consiglio Provinciale.

• La commissione provinciale JPIC anima le attività della Provincia e comunica informazioni adeguate sui problemi e le attività. Ogni anno, nel mese di gennaio, la Commissione Provinciale fornirà alla Commissione internazionale una relazione scritta sulle attività in Provincia, affinché possa essere condivisa con la Congregazione.

Per motivo di concretezza, suggeriamo che i documenti provenienti dalle varie lingue usino JPIC per quanto concerne questa configurazione. La relazione sarà tradotta nelle varie lingue come segue:

        1              POR – Justiça, Paz e Integridade da Criação.

2              PL - Sprawiedliwość, Pokój i Ochrona Stworzenia

3              FR – Justice, Paix et Integrite de la Création

4              DE – Gerechtigkeit, Frieden und Bewahrung der Schöpfung

5              IT – Giustizia, Pace e Integrità del Creazione

6              SP - Justicia, Paz y Integridad de la Creación

Una risposta al grido della TerraFrancesco

· In occasione della giornata mondiale dell’acqua esce il documento «Francescani per l’ecologia» ·

21 marzo 2014

La Commissione interfrancescana di giustizia, pace e integrità del creato — composta dai delegati dei ministri generali dei frati minori, dei conventuali, dei cappuccini, del terzo ordine regolare e dei presidenti dell’ordine francescano secolare e della Conferenza francescana internazionale del terzo ordine regolare — propone alla famiglia francescana, e non solo, un testo suggestivo sulla consapevolezza e sull’impegno ecologico. L’occasione è data dal trentacinquesimo anniversario della proclamazione di san Francesco d’Assisi a «celeste patrono dei cultori dell’ecologia» da parte di Giovanni Paolo ii, con la bolla Inter sanctos del 29 novembre 1979. La riflessione, intitolata Francescani per l’ecologia, è disponibile sul sito in rete www.francis35.org (in più lingue e con ulteriore materiale sul tema).

Per la pubblicazione è stata scelta la data simbolica del 22 marzo, che le Nazioni Unite hanno dichiarato, nel 1992, Giornata mondiale dell’acqua. «Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta», dice san Francesco nel Cantico delle creature, anche se non va attribuita retroattivamente al santo di Assisi la sensibilità tutta contemporanea per la penuria di risorse e nemmeno un protezionismo a oltranza nei confronti del creato. Nell’xii-xiii secolo, infatti, erano gli uomini a temere la natura e le sue manifestazioni incontenibili, non viceversa. Di fatto la situazione si è capovolta negli ultimi due secoli, prima con l’industrializzazione senza regole e poi con l’insinuarsi di una mentalità di iperconsumismo individualizzato. Quest’ultima non va solo riferita, ingenuamente, all’atto dell’acquisto e del consumo, ma a uno stile di vita culturalmente e psicologicamente connotato che comporta l’incrociarsi e il vicendevole rafforzarsi di cultura dello scarto, cultura dello spreco e cultura della rottamazione. Atteggiamenti, come ci ha ricordato Papa Francesco fin dai primi giorni del suo pontificato, innanzitutto antiumani, che tradiscono in radice la vocazione umana, non solo cristiana, del “custodire”. Atteggiamenti che impoveriscono la Terra di tutti, rendendola più fragile e mettendo a rischio l’ambiente che le generazioni dopo di noi riceveranno in eredità, contravvenendo così a ogni responsabilità nei loro confronti.

La riflessione della Commissione interfrancescana prende avvio dalla figura di san Francesco e dal suo apporto di novità alla relazione con il mondo: «Francesco ha fatto esperienza della presenza di Dio nel Creato. Egli ha intuito che il “naturale” indica e partecipa al “sovrannaturale”. Ha percepito che il Dio che è divenuto carne in Gesù Cristo è ancora, e lo sarà sempre, incarnato nel mondo». Senza teorizzarlo, il santo di Assisi risolve in modo intuitivo e partendo da presupposti spirituali il rapporto naturale-soprannaturale, per cui non è necessario togliere consistenza alle cose create per dare maggiore gloria a Dio. Al contrario, la creazione è convocata nel giubilo e nella responsorialità della lode nei confronti dell’Altissimo, onnipotente, buon Signore.

La riflessione continua valorizzando l’insegnamento degli ultimi tre Papi sul tema dell’ecologia, a partire dagli interventi pionieristici di Giovanni Paolo ii, in particolare il messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1990: pace con Dio creatore, pace con tutto il creato. Da quel momento espressioni quali “vocazione ecologica” e “conversione ecologica” entrano a pieno titolo nel vocabolario cattolico e si respinge con determinazione l’accusa mossa al cristianesimo di aver legittimato — sulla base di una lettura riduttiva delle prime pagine della Scrittura, in particolare Genesi, 1-3 — lo sfruttamento della creazione. Esattamente mezzo secolo fa, Lynn White, sulla rivista «Science» (155/1964), aveva puntato il dito contro l’“arroganza cristiana” ritenuta prima responsabile della crisi ecologica dei nostri giorni. Vi è anche da dire, puntualizza il documento, che «negli ultimi anni della sua vita Giovanni Paolo ii ha collegato in modo ancora più esplicito la preoccupazione ecologica con i principi della dottrina sociale della Chiesa, affermando che la prosperità umana è di altrettanto vitale importanza della prosperità fisica del Creato. Il “grido della terra” non può essere separato dal “grido dei poveri”».

L’insegnamento, di grande intensità, di Benedetto xvi sull’ecologia resta fino a oggi quello maggiormente sviluppato da un Papa su questo tema, che viene affrontato da molteplici punti di vista e sempre con grande attenzione sia all’ecologia umana che all’ecologia sociale. Si cita, come condensato del suo pensiero, il n. 51 di Caritas in veritate: «La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso». Per quanto riguarda Papa Francesco, si fa notare come egli ci abbia abituati fin da subito a un’ecologia della cura a carattere integrale: «Quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce» (Omelia del 19 marzo 2013).

Il documento dedica poi un ampio paragrafo a Ecologia e recupero delle tradizioni religiose. Ogni tradizione religiosa ha bisogno di essere purificata da scorie di teorie che possono essere usate contro l’ambiente, che direttamente o indirettamente giustificano un uso irresponsabile e non sostenibile delle risorse. Si tratta di non abbassare mai la guardia per individuare, da una parte, ogni manipolazione di dottrine religiose in senso antiecologico per poi focalizzare quanto meglio possibile, dall’altra parte, l’apporto specifico che ogni tradizione religiosa può dare alla soluzione o almeno all’affrontamento della gravissima crisi ecologica che incombe sul pianeta. Dal punto di vista cristiano, secondo i redattori del testo, «l’esempio preso dalla tradizione cattolica di san Francesco di Assisi può ispirarci a rispondere con amore, compassione e generosità al grido della terra».

La riflessione della commissione nella sua parte finale passa in rassegna alcune significative esperienze promosse da discepoli e discepole del santo di Assisi che nell’oggi, con la stessa sensibilità spirituale e la medesima libertà, vogliono attualizzarne l’insegnamento. Spicca la partecipazione alla Conferenza delle Nazioni Unite Rio+20 e al contemporaneo Vertice dei popoli (che si sono svolti a Rio de Janeiro, in Brasile, dal 15 al 23 giugno 2012) di cinquantasei membri della famiglia francescana di ogni parte del mondo. Intenso anche il lavoro di advocacy all’Onu di Franciscans International (che compie venticinque anni) per affrontare casi di ingiustizia ambientale o per migliorare le politiche nazionali in modo da proteggere popolazioni e pianeta.

«Cosa posso fare io?», si chiederanno in tanti. Gli atteggiamenti estremi da evitare sono, da una parte, quell’ideologia ecologista che diventa cattiva maestra di vita e non raramente fa debordare l’ecoattivismo in ecoterrorismo, e dall’altra una sorta di sonnambulismo irresponsabile che non vuol vedere i problemi e preferisce voltare le spalle a una situazione giudicata irrimediabile. Qual è, allora, il comportamento più corretto? Servono piccoli e concreti passi verso una grande meta, coinvolgendo nell’impresa uomini e donne di buona volontà nel nome di Francesco d’Assisi. Insieme, è possibile.

Ugo Sartorio

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