CHIESA POVERA E PER I POVERI

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1. Papa Francesco non è Benedetto XVI
Fin dall’inizio del suo pontificato e oggi ancora, le parole di Papa Francesco suscitano sempre tante domande. Molti si chiedono : dove va la barca di San Pietro ? Colpiti dal suo stile e dalla sua semplicità, alcuni parlano di un « Papa buono » come Giovanni XXIII. Invece, gli altri cominciano ad avere paura perché il capitano della barca di San Pietro non è europeo : « Lo hanno preso dall’altra parte del mondo ». Ognuno ha il suo punto di vista e si ha la facoltà di parlare liberamente. Penso, però, che condividiamo tutti questa idea : Papa Francesco non pensa, non agisce e non si comporta come il suo predecessore. Benedetto XVI è un teologo ; invece Francesco è piuttosto un pastore. Il Papa emerito passava molto tempo a scrivere nel palazzo apostolico ; al contrario, Francesco si mette sotto la pioggia con i fedeli in piazza San Pietro. Benedetto XVI e Francesco hanno la stessa meta ma non seguono la stessa strada : l’uno voleva cambiare il mondo con la sua opinione e i suoi libri, invece l’altro intende rinnovare il mondo con la sua testimonianza. Lo stile di vita di Papa Francesco è completamente diverso : ha rifiutato la croce d’oro, ha rigettato la mantella e le scarpe purpuree degli imperatori romani, ha eliminato le mitrie trionfalistiche, non è voluto andare ad abitare nel lussuoso palazzo apostolico, ma ha preferito una stanzetta nel pensionato di santa Marta. Parlando di questo stile sobrio del Pontefice attuale, Marco Politi conclude : « L’appartamento vuoto di Papa Francesco spaventa il Vaticano » (Cf. « il fatto quotidiano » del 23 Giugno 2013). E’ la prima volta, infatti, che un Papa si comporta così. Certamente, possiamo parlare di un grande cambiamento, ma ciò non vuole significare « altro Vangelo ».

2. Papa Francesco non annuncia un’altro Vangelo
All’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha parlato di una « Chiesa povera e per i poveri », e molti hanno pensato subito ad una rivoluzione. Penso, però, che tutti non condividano questo pensiero. Per me, il nuovo Pontefice non è tanto un rivoluzionario ; è piuttosto un imitatore di Cristo. Leggete le Sacre Scritture e vedrete chiaramente che Papa Francesco non annuncia un altro Vangelo e non parla di un’altro Cristo, ma cerca soltanto di attualizzare quello che Gesù ha già fatto. Infatti, non c’è una grande differenza fra lo stile di vita di Gesù e quello del Papa attuale. Dicendo « Voglio una Chiesa povera e per i poveri », Francesco non fa che ricordare l’essenziale della fede cristiana. L’opzione preferenziale per i poveri non è tanto una novità ; i cristiani l’hanno soltanto dimenticato e minimizzato. Duemila anni fa, il Cristo stesso ha detto che è venuto per i poveri e gli oppressi, ma sono gli uomini che hanno cambiato il suo Vangelo. Gesù è nato povero (Luca 2,7), è vissuto da povero (Mt 13,55) ed è morto povero senza neppure le vesti (Mt 27,35). Purtroppo molti si servono del suo Vangelo per arrichirsi.
Per quanto riguarda lo stile pastorale, molti dicono che questo Papa è l’autore di un grande rinnovamento perché sta sempre con la gente, mangia con i poveri e preferisce insegnare in piazza o per strada. Vi ricordo, però, che questa pastorale di prossimità non è una creazione di Francesco ma di Gesù Cristo. Pastoralmente parlando, anche Gesù era contro la burocrazia : preferiva insegnare nelle piazze e sui i laghi perché non aveva nemmeno un ufficio parrocchiale. Il suo ufficio è stato la strada, la montagna. Ecco perché lo hanno chiamato « uomo di strada » o ancora un girandolone come Socrate. E’ questo stile di Gesù che il nostro Papa cerca di imitare per affrontare i problemi della modernità e della secolarizzazione.

3. Un Papa attento ai segni dei tempi

Come parlare di Gesù Cristo in un mondo che cambia ? Tale è il più grande problema pastorale che la Chiesa deve affrontare. Si tratta di una missione difficile perché tutto cambia ed esige anche un nuovo stile pastorale. Paolo VI l’ha già detto : « L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni » (Cf. Evangelii nuntiandi, n°41). Per gli uomini del nostro tempo, la testimonianza è più efficace dell’insegnamento ; hanno bisogno di un Papa povero per parlare di un Cristo povero. Mancano però i testimoni del Vangelo nel mondo di oggi. Molti parlano di Cristo, ma pochi si rivestono di Cristo. A causa del fenomeno della globalizzazione e della secolarizzazione, parlare del Vangelo diventa una vergogna per le nuove generazioni. La Chiesa deve prendere in considerazione questo problema. Credo che il Papa attuale possa risolvere questo problema. Egli è, infatti, molto attento ai segni dei tempi. Appena arrivato al posto di San Pietro, infatti, la sua prima preoccupazione è stata quella di adottare un nuovo stile di vita : la semplicità e la povertà. Questo gesto è molto significativo non solo per i cristiani, ma anche per i non credenti. Egli insiste piuttosto sulla pastorale che sulla dottrina ; non vuole cambiare il mondo con la sua opinione ma con la sua testimonianza. Non si interessa tanto ad una teologia astratta, ma preferisce parlare di un Dio vicino alla gente come la Madonna della Salette.

4. Il volto di Dio secondo il messaggio della Salette

Molti pensano che il Dio dei cristiani sia un Dio lontano, indifferente alle sofferenze degli uomini. Hanno completamente dimenticato che per mezzo del mistero dell’Incarnazione, Dio si fa piccolo e vicino a noi entrando nella nostra storia. Se Dio fosse stato lontano, Gesù non si sarebbe fatto carne. L’apparizione della Madonna a La Salette è un segno visibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Nel suo messaggio infatti, Maria ci ricorda che Egli sta accanto a noi, si prende cura di noi e cammina sempre con noi anche se a volte non ci rendiamo conto della sua presenza (Cf. Episodio del campo del Coin). Durante l’apparizione, sull’esempio di Suo Figlio, la Madonna stessa era vicina agli uomini vestendosi come le donne della regione di Corps e parlando il dialetto di quel paese. Tutto il messaggio, il gesto e le parole di Maria a La Salette dimostrano che Dio è vicino e non ci abbandona mai nei momenti difficili e di prova, nonostante la nostra indifferenza : « Da quanto tempo soffro per voi ! Poiché voglio che mio Figlio non vi abbandoni, ho ricevuto l’incarico di pregarlo di continuo ; ma voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete, mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi » (NDS). Il nostro Dio è un Dio di compassione secondo il messaggio della Salette. E’ questo Dio amore, sensibile alla sofferenza umana, che Papa Francesco sta annunciando a tutti gli uomini. Gesù si è mostrato sempre sensibile ad ogni sofferenza umana, ecco perché non dovremmo rimanere indifferenti di fronte al dolore degli altri. I cristiani sono contro la « globalizzazione dell’indifferenza ».

P. Abdon Alphonse Randriamirado ms
ISERNIA 

 
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