Il cammino di conversione

Marzo 2021

Lasciarsi guidare da Dio

Convertirsi non necessariamente vuol dire solo voltare le spalle al male e rivolgersi al bene. Questa si può chiamare una conversione che salva la vita eterna.

Ci può essere anche un’altra conversione, consistente nel rinunciare a realizzare il bene dipendente dalla nostra volontà, la quale a modo suo scopre una bella e buona vocazione di vita, e seguire la strada vocazionale indicata dalla decisione di Dio.

Come religiosi dobbiamo essere consapevoli della nostra naturale vocazione alla vita in famiglia, al matrimonio e alla paternità, ma abbiamo scelto di vivere i voti religiosi, ispirati dal Messaggio della Bella Signora oppure dall’esempio di vita dei salettini. Così abbiamo interpretato la volontà di Dio nei confronti di ciascuno di noi, cioè ci siamo convertiti a un’altra vocazione, più impegnativa di quella naturale. E Maria, ha sperimentato anche Lei una conversione?

Nella prima accezione – mai, perché Ella è una persona Immacolata.

Nella seconda accezione – sì, e tante volte.

Ella aveva già i suoi progetti di vita verginale nel matrimonio con Giuseppe. Avrebbe dovuto diventare moglie e casalinga nella casa di Nazaret. Così aveva interpretato la sua vocazione di vita. Nell’Annuciazione dell’Angelo, Dio ha cambiato questo progetto e Maria subito ha «convertito» la propria volontà, rendendola obbediente alla volontà di Dio. Ponendo all’Arcangelo Gabriele la domanda: «Come è possibile? Non conosco uomo», Ella praticamente vuole sapere chi deve compartecipare nella concezione, visto che con Giuseppe aveva già stato stabilito il patto di non congiungersi carnalmente. La Vergine Maria subito punta al concreto. Come sappiamo, Gabriele Le spiega il ruolo dello Spirito Santo in questo atto. Il suo famoso fiat voluntas tua è una decisione di abbandonare i propri progetti (molto nobili) e di coinvolgersi pienamente nell’inatteso progetto di Dio.

Similmente a Gerusalemme, avendo ritrovato Gesù dopo tre giorni, non capisce le spiegazioni di Gesù, ma serba tutte queste cose nel proprio cuore. Non si lascia tormentare dai pensieri sulla mancata attenzione verso Gesù, ma imprime questo fatto nella sua memoria: converte (rivolge) i suoi pensieri a Dio e da Lui si aspetta spiegazioni. Riconosce che riceverà le spiegazioni al momento opportuno, quando lo vorrà Dio. Forse quell’esperienza dei tre giorni di separazione l’ha aiutata a sorreggere i tre giorni dell’attesa della risurrezione del Figlio crocifisso.

C’è ancora un altro tratto della conversione nella vita di Maria.

Quando la gente ha cominciato a giudicare Gesù, ritenendolo pazzo, la famiglia vuole difendere la sua reputazione e fa giungere la Madre. Quando Gesù viene a sapere che la Madre e i fratelli Lo stanno aspettando, risponde: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». E rivolgendosi a quelli che gli stanno seduti attorno, dice: «Ecco mia madre e i miei fratelli» (cfr. Mc 3,20–21.30–35).

In questo evento Gesù non ha mancato di accennare al fare la volontà di Dio. Perché è un’occasione di conversione per Maria? Ella ha capito in quel momento che era terminato il suo ruolo di Madre, di Educatrice e di Amica di Gesù. Da allora in poi Ella diventa la discepola del suo Figlio nel fare la volontà di Dio. Mantenendo l’autorità della Madre del Salvatore, Ella nel suo cammino di fede segue l’esempio di umiliazione e di obbedienza al Padre Celeste, sul modello di Gesù.

Karol Porczak MS

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