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Mercoledì, 12 Maggio 2021 18:04

Rosario - Giugno 2021

Pubblicato in LAICI ASSOCIATI (IT)
Mercoledì, 12 Maggio 2021 13:57

Nuova Coordinatrice Nazionale - Brasile

NUOVO COORDINAMENTO NAZIONALE DEI LAICI SALETTINI IN BRASILE

Il 19 aprile 2021 ha giurato il nuovo Coordinamento Nazionale dei Laici Salettini in Brasile, eletto dalla maggioranza dei laici salettini. Ana Beatriz Diniz S. Bersaneti, meglio conosciuta come Bia, e Lindamir de Fátima Varela sono state elette rispettivamente coordinatrice e vice coordinatrice.

Il processo di scelta del nuovo Coordinamento, definito nei Principi di Orientamento del Movimento, è stato fatto dopo una settimana di preghiera e riflessione, guidata da Padre Adilson Schio, MS, Consigliere Spirituale dei Laici Salettini in Brasile.

Preghiamo Dio per la salute e la saggezza del nuovo Coordinamento Nazionale, affinché possa guidare i Laici fino alla fine del 2023.

Pubblicato in LAICI ASSOCIATI (IT)
Lunedì, 03 Maggio 2021 14:54

Il messaggio... il sogno di Dio

Il messaggio di La Salette mette in luce il sogno di Dio

Maggio 2021

Sognando con il Figlio e la Madre

“Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gen 1,26–27). All’inizio del libro del Genesi e della Storia della Salvezza, troviamo il “sogno di Dio” per l’umanità. 

Troviamo una dinamica narrativa simile all’inizio del ministero pubblico di Gesù. Nella sinagoga di Nazareth, Gesù condivide con l’assemblea presente, un altro sogno, quello del suo ministero pubblico, applicando a sé quanto letto dal Profeta Isaia (Luca 4,14–30).

Da un punto di vista narrativo, tanto Dio che Gesù sono caratteri guidati da obiettivi e buoni propositi. Ma soffermiamoci brevemente, sulla figura di Gesù. Fin dalle prime battute del suo ministero pubblico, Gesù si caratterizza come un uomo di obiettivi. L’episodio di Nazareth, una volta collocato nel contesto della macro-narrazione lucana, funziona come un testo programmatico. Si tratta della “Magna Carta apostolica” di Gesù. In questo episodio, infatti, sono delineati gli obiettivi del ministero di Gesù, espressi attraverso un immaginario e un linguaggio profetici. Accostato in questo modo, l’episodio di Nazareth ci permette di fare una riflessione sull’importanza di avere obiettivi e buoni propositi nello Spirito, tanto nella nostra vita religiosa che in quella apostolica.

Primo: porsi obiettivi e buoni propositi nello Spirito è una responsabilità spirituale (vedasi per esempio i Fil 3,12–15). Possiamo vivere di default oppure disegnare creativamente il nostro cammino di vita seguendo gli impulsi dello Spirito. Possiamo vivere prefissandoci buoni propositi e obiettivi, oppure lasciare che le circostanze decidano per noi sul da farsi. È la differenza che intercorre tra vivere ed esistere, tra vivere semplicemente reagendo alle circostanze oppure vivere disegnando il nostro cammino di sequela di Gesù di Nazareth.

Secondo: gli obiettivi e buoni propositi nello Spirito sono affermazioni di fede. Dicono che cosa per noi è importante e rilevante, e nello stesso tempo testimoniano la nostra esperienza di Dio e anche la nostra fiducia in Lui. Spesso, grandi obiettivi e buoni propositi tradiscono una fede profonda, mentre i piccoli possono alludere a una fede traballante e superficiale (vedasi gli Ef 3,20–21). Spesso, la misura della nostra fede in Dio decide la misura dei nostri sogni, obiettivi o buoni propositi.

Terzo: avere, tanto nella vita religiosa che apostolica, obiettivi e buoni propositi nello Spirito ci evita il rischio di perdere focus e direzione. Ci evitano il rischio di correre in modo incerto invano (vedasi 1Cor 9,26).

Quarto: obiettivi e buoni propositi nello Spirito ci motivano a persistere e perseverare.

Quinto: essi, infine, costruiscono e plasmano il nostro carattere cristiano. Mentre corriamo la corsa verso i nostri obiettivi e buoni propositi collaboriamo anche con lo Spirito all’edificazione del nostro carattere di discepoli di Gesù di Nazareth (vedasi i Fil 3,12).

Ora, come il Figlio, anche la Madre ha un sogno. Un sogno che diventa per noi missione. Le battute finali del discorso della Bella Signora di La Salette a Massimino e a Melania svelano il suo sogno: “Fatelo conoscere a tutto il mio popolo”. Un sogno in fieri. Il suo sogno. Il nostro obiettivo nello Spirito.

Chiamato all’identificazione con Dio

“Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gen 1,2627). 

Dio ha sognato l’uomo e lo ha creato a sua immagine e somiglianza. E anche se per aver disobbedito l’uomo perse l’amicizia divina, il peccato non distrusse totalmente questa relazione, poiché Dio sognava la restaurazione della razza umana e, per questo, mandò suo Figlio (Gv 3,16). Il piano di mandare il Figlio fu preceduto da grandi figure messe alla prova nella fedeltà, come Noè, Abramo, Mosè, Davide. Con questi, e specialmente dopo Mosè, sogna di avere un intero popolo profetico; sogna il giorno in cui può purificare l’uomo, scambiare il suo cuore di pietra con uno di carne, infonderlo con lo Spirito Santo. Il sogno diventa realtà in suo Figlio Gesù Cristo che espiò i nostri peccati attraverso il suo sangue versato sulla croce. Questa volta, Cristo, la nostra pace, ha dato a Dio la possibilità di avvicinarci di nuovo a lui. Il sogno si compie nel giorno della Pentecoste con l’invio dello Spirito Santo che creerà intimità, relazione e un corpo i cui membri sono tutti coloro che accettano l’invito a entrare nel Regno inaugurato da Cristo.

Il sogno di Dio si identifica con la volontà di Dio che vuole “che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). Perciò, ogni uomo dovrebbe avvicinarsi a Cristo “la via della verità e della vita”. 

Avvicinatevi, figli miei, non abbiate timore, sono qui per annunciarvi un grande messaggio”. In questo invito, il messaggero è il portavoce del suo amato Figlio. Non porta un nuovo messaggio, intende guidarci per mettere in pratica gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo. Questo è esattamente dove il messaggio di La Salette ci porta, al sogno di Dio, nel senso che cerca di rimuovere l’uomo dal fango del materialismo, del secolarismo e dell’indifferenza in cui si trova immerso.

Se si convertono, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano!” Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15) è stato il grande appello che Gesù ha lanciato al mondo, e nella sua apparizione a La Salette e in altri luoghi, Maria continua a ripetere lo stesso messaggio. La conversione dell’uomo è la garanzia della sua santificazione e il primo passo verso l’armonia del nostro pianeta. Lo stato mentale dell’uomo influenza l’universo a rivolgersi a Dio o a deviare dal suo Creatore. Ciò che ci viene dato ad assistere oggi con la pandemia Covid-19 ci porta a rivedere la nostra posizione davanti a Dio.

Il modo in cui i mondani hanno cercato di gestire la situazione dispensando Dio, testimonia, d’ora in poi, lo sconcerto dell’uomo nel valutare le cose dell’alto. Un esempio concreto sono le restrizioni che i credenti hanno avuto nel condurre i loro servizi nelle chiese in un momento in cui paradossalmente l’apertura di supermercati e manifestazioni di vario tipo non hanno incontrato ostacoli. In questa situazione di mondanità, è opportuno censurare il nostro silenzio, che si confonde con un certo conformismo. Al contrario, la Madonna afferma con forza il primato dello spirituale, sottomettendosi a Dio.

I destinati al Cielo

Nel suo discorso Gesù ha ricordato: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» (Gv 6,39). Questo è il piano d’azione di Dio nel corso di tutto il tempo. Chiamati all’esistenza, con la nostra cooperazione nel concepimento della nuova generazione, siamo per Dio come «la pupilla dei suoi occhi». Lui ci tiene affinché ogni uomo concepito sulla terra condivida con Dio Uno e Trino la vita nell’eternità. Nel momento del concepimento l’uomo riceve un dono straordinario: la dignità di un potenziale abitante del Cielo con Dio e con altri esseri umani.

Maria è rappresentante di quella società che ha ormai terminato il pellegrinaggio terreno. Ella ben conosce l’intero piano di Dio e viene a indicarci, dove questa dignità dell’abitante celeste è minacciata. Con il suo Messaggio vuole suscitare dentro di noi il desiderio del Cielo e la rilevanza dell’incontro con il Suo Figlio nell’Eucaristia, nonché ci sensibilizza a mostrare rispetto nei confronti di Colui che ha donato tutto se stesso per amore.

Melania e Massimino erano semplici ragazzi, ma il loro racconto su quello che avevano sperimentato nell’incontro con la Bella Signora, non aveva niente a che fare con la menzogna o manipolazione. Loro hanno registrato tutto perfettamente: l’abito proprio di una contadina non aveva celato la maestà celeste della Madonna; il suo modo di parlare era stato così straordinario che perfino la lingua straniera e il lungo colloquio con Lei si erano impressi indelebilmente nella memoria di veggenti, perché il suo parlare era fortemente segnato da un’origine oltremondana, e la Sua voce, nonostante l’afflizione, suscitava fiducia e compassione in loro due; le lacrime di Maria avevano visibilmente commosso Melania e Massimino, e ogni volta che essi raccontavano quell’evento, rilevavano questo fatto, suscitando a loro volta una profonda commozione negli ascoltatori; la stessa sparizione di Maria ha sollevato nei testimoni dell’incontro con Lei, una riflessione sul fatto che essi non Le avevano chiesto di portarli con sé; pur non sapendo chi era la Signora, volevano andare ovunque Ella sarebbe andata, perché così bella e beatificante era stata l’impressione suscitata dalla Sua presenza.

Triste, ma anche grande e necessaria, era la novità portata per tutti noi in quel pomeriggio del 19 settembre 1846. La Regina del Cielo e della Terra viene per liberare dentro di noi la consapevolezza di chi siamo per Dio: che siamo Suoi figli. L’unica predestinazione legata al semplice fatto di essere uomo, è quella al Cielo. Non c’è altra predestinazione nei progetti di Dio. Se questo piano non porta l’uomo nel Cielo, è solamente per colpa sua – perché l’uomo stesso non lo vuole!

La Madre di Dio e la Madre degli uomini, generando il più insigne Uomo sulla terra, Gesù Cristo, ci ricorda che nel Suo Figlio siamo tutti fratelli e sorelle. Godiamo della stessa dignità del Figlio di Dio, perché Dio ha deciso di adattarci come Suoi figli della Sua divina elezione.

Sebbene Maria ci mostri piuttosto le nostre omissioni nel seguire il piano di Dio, quando riflettiamo sul Suo Messaggio, dentro di noi nasce il desiderio di porgere attenzione alle cose di Dio e di voler migliorare le nostre relazioni con Dio tramite Gesù Cristo.

Maria ci apre uno spiraglio per vedere la realtà, nella quale Ella è già presente e verso la quale vuole indirizzare tutti noi. Si tratta del Cielo e della vita eterna con Dio.

Chi lo desidera, rafforza il Suo cuore materno.

Flavio Gillio MS

Eusébio Kangupe MS

Karol Porczak MS

Pubblicato in MISSIONE (IT)
Lunedì, 03 Maggio 2021 14:31

Riflessione - Maggio 2021

Il messaggio di La Salette mette in luce il sogno di Dio

Maggio 2021

Sognando con il Figlio e la Madre

“Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gen 1,26–27). All’inizio del libro del Genesi e della Storia della Salvezza, troviamo il “sogno di Dio” per l’umanità. 

Troviamo una dinamica narrativa simile all’inizio del ministero pubblico di Gesù. Nella sinagoga di Nazareth, Gesù condivide con l’assemblea presente, un altro sogno, quello del suo ministero pubblico, applicando a sé quanto letto dal Profeta Isaia (Luca 4,14–30).

Da un punto di vista narrativo, tanto Dio che Gesù sono caratteri guidati da obiettivi e buoni propositi. Ma soffermiamoci brevemente, sulla figura di Gesù. Fin dalle prime battute del suo ministero pubblico, Gesù si caratterizza come un uomo di obiettivi. L’episodio di Nazareth, una volta collocato nel contesto della macro-narrazione lucana, funziona come un testo programmatico. Si tratta della “Magna Carta apostolica” di Gesù. In questo episodio, infatti, sono delineati gli obiettivi del ministero di Gesù, espressi attraverso un immaginario e un linguaggio profetici. Accostato in questo modo, l’episodio di Nazareth ci permette di fare una riflessione sull’importanza di avere obiettivi e buoni propositi nello Spirito, tanto nella nostra vita religiosa che in quella apostolica.

Primo: porsi obiettivi e buoni propositi nello Spirito è una responsabilità spirituale (vedasi per esempio i Fil 3,12–15). Possiamo vivere di default oppure disegnare creativamente il nostro cammino di vita seguendo gli impulsi dello Spirito. Possiamo vivere prefissandoci buoni propositi e obiettivi, oppure lasciare che le circostanze decidano per noi sul da farsi. È la differenza che intercorre tra vivere ed esistere, tra vivere semplicemente reagendo alle circostanze oppure vivere disegnando il nostro cammino di sequela di Gesù di Nazareth.

Secondo: gli obiettivi e buoni propositi nello Spirito sono affermazioni di fede. Dicono che cosa per noi è importante e rilevante, e nello stesso tempo testimoniano la nostra esperienza di Dio e anche la nostra fiducia in Lui. Spesso, grandi obiettivi e buoni propositi tradiscono una fede profonda, mentre i piccoli possono alludere a una fede traballante e superficiale (vedasi gli Ef 3,20–21). Spesso, la misura della nostra fede in Dio decide la misura dei nostri sogni, obiettivi o buoni propositi.

Terzo: avere, tanto nella vita religiosa che apostolica, obiettivi e buoni propositi nello Spirito ci evita il rischio di perdere focus e direzione. Ci evitano il rischio di correre in modo incerto invano (vedasi 1Cor 9,26).

Quarto: obiettivi e buoni propositi nello Spirito ci motivano a persistere e perseverare.

Quinto: essi, infine, costruiscono e plasmano il nostro carattere cristiano. Mentre corriamo la corsa verso i nostri obiettivi e buoni propositi collaboriamo anche con lo Spirito all’edificazione del nostro carattere di discepoli di Gesù di Nazareth (vedasi i Fil 3,12).

Ora, come il Figlio, anche la Madre ha un sogno. Un sogno che diventa per noi missione. Le battute finali del discorso della Bella Signora di La Salette a Massimino e a Melania svelano il suo sogno: “Fatelo conoscere a tutto il mio popolo”. Un sogno in fieri. Il suo sogno. Il nostro obiettivo nello Spirito.

Chiamato all’identificazione con Dio

“Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gen 1,2627). 

Dio ha sognato l’uomo e lo ha creato a sua immagine e somiglianza. E anche se per aver disobbedito l’uomo perse l’amicizia divina, il peccato non distrusse totalmente questa relazione, poiché Dio sognava la restaurazione della razza umana e, per questo, mandò suo Figlio (Gv 3,16). Il piano di mandare il Figlio fu preceduto da grandi figure messe alla prova nella fedeltà, come Noè, Abramo, Mosè, Davide. Con questi, e specialmente dopo Mosè, sogna di avere un intero popolo profetico; sogna il giorno in cui può purificare l’uomo, scambiare il suo cuore di pietra con uno di carne, infonderlo con lo Spirito Santo. Il sogno diventa realtà in suo Figlio Gesù Cristo che espiò i nostri peccati attraverso il suo sangue versato sulla croce. Questa volta, Cristo, la nostra pace, ha dato a Dio la possibilità di avvicinarci di nuovo a lui. Il sogno si compie nel giorno della Pentecoste con l’invio dello Spirito Santo che creerà intimità, relazione e un corpo i cui membri sono tutti coloro che accettano l’invito a entrare nel Regno inaugurato da Cristo.

Il sogno di Dio si identifica con la volontà di Dio che vuole “che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). Perciò, ogni uomo dovrebbe avvicinarsi a Cristo “la via della verità e della vita”. 

Avvicinatevi, figli miei, non abbiate timore, sono qui per annunciarvi un grande messaggio”. In questo invito, il messaggero è il portavoce del suo amato Figlio. Non porta un nuovo messaggio, intende guidarci per mettere in pratica gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo. Questo è esattamente dove il messaggio di La Salette ci porta, al sogno di Dio, nel senso che cerca di rimuovere l’uomo dal fango del materialismo, del secolarismo e dell’indifferenza in cui si trova immerso.

Se si convertono, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano!” Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15) è stato il grande appello che Gesù ha lanciato al mondo, e nella sua apparizione a La Salette e in altri luoghi, Maria continua a ripetere lo stesso messaggio. La conversione dell’uomo è la garanzia della sua santificazione e il primo passo verso l’armonia del nostro pianeta. Lo stato mentale dell’uomo influenza l’universo a rivolgersi a Dio o a deviare dal suo Creatore. Ciò che ci viene dato ad assistere oggi con la pandemia Covid-19 ci porta a rivedere la nostra posizione davanti a Dio.

Il modo in cui i mondani hanno cercato di gestire la situazione dispensando Dio, testimonia, d’ora in poi, lo sconcerto dell’uomo nel valutare le cose dell’alto. Un esempio concreto sono le restrizioni che i credenti hanno avuto nel condurre i loro servizi nelle chiese in un momento in cui paradossalmente l’apertura di supermercati e manifestazioni di vario tipo non hanno incontrato ostacoli. In questa situazione di mondanità, è opportuno censurare il nostro silenzio, che si confonde con un certo conformismo. Al contrario, la Madonna afferma con forza il primato dello spirituale, sottomettendosi a Dio.

I destinati al Cielo

Nel suo discorso Gesù ha ricordato: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» (Gv 6,39). Questo è il piano d’azione di Dio nel corso di tutto il tempo. Chiamati all’esistenza, con la nostra cooperazione nel concepimento della nuova generazione, siamo per Dio come «la pupilla dei suoi occhi». Lui ci tiene affinché ogni uomo concepito sulla terra condivida con Dio Uno e Trino la vita nell’eternità. Nel momento del concepimento l’uomo riceve un dono straordinario: la dignità di un potenziale abitante del Cielo con Dio e con altri esseri umani.

Maria è rappresentante di quella società che ha ormai terminato il pellegrinaggio terreno. Ella ben conosce l’intero piano di Dio e viene a indicarci, dove questa dignità dell’abitante celeste è minacciata. Con il suo Messaggio vuole suscitare dentro di noi il desiderio del Cielo e la rilevanza dell’incontro con il Suo Figlio nell’Eucaristia, nonché ci sensibilizza a mostrare rispetto nei confronti di Colui che ha donato tutto se stesso per amore.

Melania e Massimino erano semplici ragazzi, ma il loro racconto su quello che avevano sperimentato nell’incontro con la Bella Signora, non aveva niente a che fare con la menzogna o manipolazione. Loro hanno registrato tutto perfettamente: l’abito proprio di una contadina non aveva celato la maestà celeste della Madonna; il suo modo di parlare era stato così straordinario che perfino la lingua straniera e il lungo colloquio con Lei si erano impressi indelebilmente nella memoria di veggenti, perché il suo parlare era fortemente segnato da un’origine oltremondana, e la Sua voce, nonostante l’afflizione, suscitava fiducia e compassione in loro due; le lacrime di Maria avevano visibilmente commosso Melania e Massimino, e ogni volta che essi raccontavano quell’evento, rilevavano questo fatto, suscitando a loro volta una profonda commozione negli ascoltatori; la stessa sparizione di Maria ha sollevato nei testimoni dell’incontro con Lei, una riflessione sul fatto che essi non Le avevano chiesto di portarli con sé; pur non sapendo chi era la Signora, volevano andare ovunque Ella sarebbe andata, perché così bella e beatificante era stata l’impressione suscitata dalla Sua presenza.

Triste, ma anche grande e necessaria, era la novità portata per tutti noi in quel pomeriggio del 19 settembre 1846. La Regina del Cielo e della Terra viene per liberare dentro di noi la consapevolezza di chi siamo per Dio: che siamo Suoi figli. L’unica predestinazione legata al semplice fatto di essere uomo, è quella al Cielo. Non c’è altra predestinazione nei progetti di Dio. Se questo piano non porta l’uomo nel Cielo, è solamente per colpa sua – perché l’uomo stesso non lo vuole!

La Madre di Dio e la Madre degli uomini, generando il più insigne Uomo sulla terra, Gesù Cristo, ci ricorda che nel Suo Figlio siamo tutti fratelli e sorelle. Godiamo della stessa dignità del Figlio di Dio, perché Dio ha deciso di adattarci come Suoi figli della Sua divina elezione.

Sebbene Maria ci mostri piuttosto le nostre omissioni nel seguire il piano di Dio, quando riflettiamo sul Suo Messaggio, dentro di noi nasce il desiderio di porgere attenzione alle cose di Dio e di voler migliorare le nostre relazioni con Dio tramite Gesù Cristo.

Maria ci apre uno spiraglio per vedere la realtà, nella quale Ella è già presente e verso la quale vuole indirizzare tutti noi. Si tratta del Cielo e della vita eterna con Dio.

Chi lo desidera, rafforza il Suo cuore materno.

Flavio Gillio MS

Eusébio Kangupe MS

Karol Porczak MS

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