Il grido della terra e il grido dei poveri. La crisi ecologica : una sfida di giustizia sociale”.

 Premessa: la crisi ecologica, una sfida di giustizia sociale.

Il tema della salvaguardia del creato è, oggi più che mai, urgente e imprescindibile. Lo sottolinea con parole nitide Papa Benedetto XVI:   "dobbiamo avvertire come dovere gravissimo quello di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch'esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla [Caritas in veritate, 50]                                                                                                                                                “ Le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere il suo stile di vita che , in molte parti del mondo è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano.   E’ necessario un effettivo cambio di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita. Nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti” (Caritas in veritate, 51)  

La Parola di Dio

            La terra è sempre più degradata e saccheggiata. San Paolo nella lettera ai Romani 8,19-21 afferma: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio”.                                                                                                                   Animati da una passione per la giustizia ecologica, ritroviamo di nuovo lo Spirito di Dio, cercando di liberare una creazione sofferente, che ci chiede lo spazio per vivere e respirare!

Urgenza della riconciliazione ecologica.                                                                                                       Riconciliarsi con il creato sia una specificità di questo Santuario. I Ss. Medici curano con le erbe, benedicono e curano anche gli animali; il loro martirio è descritto con i 4 elementi cosmici: acqua, fuoco, vento terra. Questo imperativo deve interpellare e mobilitare noi devoti dei Santi Medici, tutti i credenti a tutti i livelli della nostra vita e della nostra missione comune. Ciò avverrà tramite una conversione spirituale, una presa di coscienza, di discernimento personale e collettivo, che ci conduca progressivamente verso un’autentica “solidarietà ecologica”.  

Una conversione spirituale                                                                                                                 Prendersi cura di ciò che ci circonda e preoccuparsi della sorte degli ecosistemi richiedono una reale conversione del cuore. Se l’ecologia non è una dimensione costitutiva della nostra spiritualità o del nostro sguardo sul mondo, rischia di dimorare ai margini dei nostri impegni apostolici , o ancora peggio, di apparire come un fastidio nella realizzazione degli stessi, invece è parte fondante del nostro essere e impegno di credenti. Ispirati dalla Parola di Dio che ci invita a “trovare Dio in tutte le cose” noi siamo, prima di tutto, invitati ad accogliere la bellezza e la bontà dell’acqua, della terra, dell’aria, delle piante, degli alimenti, dei paesaggi ecc. Tutti questi elementi della natura sono altrettanti “segni” attraverso i quali si manifesta la grazia e la presenza di Dio come la nostra coappartenenza a questo pianeta sul quale viviamo. Imparare a “sentire e gustare ciò interiormente” è il primo passo di una necessaria “conversione”. E’ anche il fondamento del senso di responsabilità e della creatività che ci permetterà di trovare delle alternative alle nostre pratiche organizzative e ai nostri stili di vita che contribuiscono alla crisi ecologica contemporanea.                                                                                                                                      Quando ci troviamo ad affrontare i problemi urgenti del nostro tempo per quanto riguarda l'inquinamento del nostro ambiente, lo sperpero delle risorse naturali, lo sterminio di flora e fauna, e la contaminazione dello spazio, ci troviamo coinvolti non semplicemente per una violazione della creazione naturale, ma per la formazione di incrostazioni del nostro nido umano che è la terra, la privazione della vita con il saccheggio dell'ambiente naturale, la devastazione con armi di distruzione di massa (defogliazione ad esempio in Vietnam), lo sperpero del patrimonio delle generazioni future.                                                                                                                                              Viviamo in una società consumistica che ci considera sempre meno cittadini e sempre più consumatori. E’ impressionante notare che nel mondo abbiamo circa un miliardo di ipernutriti e un miliardo di denutriti e affamati. E’ bene ricordare che la fame e l’obesità sono sintomi dello stesso problema ed effetto dello stesso sistema iperconsumista, il quale fa ammalare non solo le persone ma anche l’ambiente. Il consumatore avido sempre di nuove cose; per averle non rispetta né Dio, né il creato né i fratelli; non ha più tempo per le relazioni che sono i beni fondamentali della vita.

La sobrietà diventa liberazione e non privazione                                                                                                                                                         La conversione che dobbiamo realizzare possiamo chiamarla operazione zaino”, avere il coraggio di svuotare lo zaino della vita dove abbiamo inserito tante cose ( si parla di 10.000 oggetti che mediamente noi europei abbiamo nelle nostre nelle case), iniziare il discernimento tra quelle importanti e quelle di cui possiamo fare a meno. Dobbiamo liberarci dallo stress quotidiano provocato dal continuo correre per soddisfare le mille proposte di oggi e altre mille domani. In questo modo la sobrietà diventa liberazione e non privazione.                                                                                                                                                           San Paolo ci dice che il peccato dell’uomo provoca il gemito del creato. Per cui oggi la nostra conversione deve partire dal nostro rapporto con la creazione perché, come diceva Benedetto XVI nel brano sopra citato: le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa.                                                                                                  

Vie di discernimento e di azione                                                                                              E’ anche attraverso una profonda revisione dei nostri modi di vita individuali e collettivi, che noi possiamo raccogliere la sfida ecologica che ci si presenta oggi. E’ per questo che ognuno di noi, ogni comunità è invitata a proseguire e, se ciò non è ancora stato fatto, ad iniziare una reale verifica e una seria valutazione delle proprie esperienze e scelte in materia ambientale. Pensate solo ai problemi ai quali andiamo incontro in questi giorni che il Comune ci ha chiesto di fare una raccolta differenziata. Eppure è una necessità. Noi qui al santuario abbiamo già realizzato una raccolta di erbe e abbiamo cercato di scoprire la ricchezza con cui la nostra Madre terra ci viene incontro e, con il pranzo a base di erbe facevamo un primo tentativo per la proposta di un nuovo stile di vita.

La nostra responsabilità verso la terra                                                                                      Le serate di spiritualità vogliono farci prendere coscienza che la Riconciliazione con la creazione è uno dei tre pilastri fondanti dell’uomo Creato da Dio; gli altri due sono: riconciliati con Dio e con il fratello. Intendono poi provocarci alla conversione spirituale che si concretizza in una accentuata valorizzazione della nostra alleanza con la creazione come una realtà fondamentale per lo stabilirsi di giuste relazioni con Dio e con gli altri. Devono spingerci ad agire di conseguenza nella nostra responsabilità politica, nel nostro impiego, nella nostra vita familiare e nel nostro stile di vita personale . Dobbiamo dare prova di una solidarietà ecologica sempre più efficace nella nostra vita spirituale, comunitaria e apostolica. E’ urgente superare le nostre esitazioni e la nostra indifferenza per assumere la nostra responsabilità rispetto alla nostra dimora, la terra.

Mobilitiamoci maggiormente, sapendo che la cura che abbiamo per l’ambiente incide sulla qualità delle nostre relazioni con Dio, con gli altri. La Riconciliazione con la creazione tocca il cuore della nostra fede e del nostro amore per Dio, da cui noi veniamo e verso cui andiamo.

                                     P. Celeste Cerroni , MS

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Ultima modifica il Lunedì, 13 Luglio 2015 19:33

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