Santa Pasqua 2021
“Cristo morì, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture” (1Cor 15,3-4)
“Se si convertono…” (Maria a La Salette)
Carissimi confratelli,
come già l’anno scorso anche quest’anno gli auguri pasquali del Consiglio Generale e miei personali vi raggiungono nelle vostre comunità e nei luoghi del lavoro pastorale mentre la pandemia da coronavirus non sembra lasciare la presa. Al contrario continua ad imperversare più o meno intensamente ovunque nel mondo seminando attorno a sé, paura e incertezza nel futuro e mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario, sociale ed economico dei nostri singoli paesi.
A diverso titolo tutti ci sentiamo coinvolti da questo fenomeno che sta cambiando il nostro modo di concepire e vedere il mondo, la società, i rapporti interpersonali e la nostra stessa vita. Stiamo vivendo infatti una vera rivoluzione “copernicana” circa i valori attorno a cui siamo chiamati a costruire il futuro prossimo, nostro e del mondo, nella speranza che sia migliore di quello attuale. Dalla centralità del fare e dell’efficienza si sta passando giustamente alla centralità della persona con i suoi diritti da rispettare e i doveri da mettere in atto.
Anche la vita religiosa, di conseguenza, non è del tutto esente da questo cambiamento epocale in atto. Lontani dal frenetico ritmo di vita che caratterizzava il nostro essere religiosi e preti, all’improvviso limitati nei nostri viaggi e ministeri, abbiamo scoperto, lungo quest’anno, quanto siano importanti invece i rapporti interpersonali fatti soprattutto di piccoli gesti di accoglienza e ascolto dell’altro, di attenzione e servizio vicendevole, di gratuità generosa e di tempo condiviso. Abbiamo sperimentato, inoltre, assieme alla fatica di vivere la fede in comunità… anche la bellezza del ritrovato gusto alla vita di preghiera personale e comunitaria accompagnato dallo sforzo di “aggiornamento” del modo di essere presenti al popolo di Dio affidato alle nostre cure pastorali.
Mi auguro che questa esperienza, non voluta ma imposta con violenza e senza preavviso dalle avverse circostanze che conosciamo, si trasformi in un “Kairós”, in un tempo favorevole e di grazia per tutti noi e ci aiuti a rimetterci in gioco e in cammino con responsabilità, determinazione, entusiasmo e senza paura rinnovando profondamente il nostro modo di vivere la fedeltà alla sequela del Signore alla luce del messaggio della Vergine piangente de La Salette.
Sarà un’opportunità mancata se, passata questa “bufera pandemica”, le cose ritornassero come prima nella nostra vita religiosa personale e comunitaria e anche nella pastorale senza lasciare traccia alcuna del suo passaggio e degli stimoli da essa emersi e promossi. Papa Francesco ha affermato che da questa pandemia o si è esce migliori o se ne esce peggiori …e comunque mai uguali come prima. Non c’è una via di mezzo. Se questo vale per tutti molto più deve valere per noi religiosi salettini.
Con tutta la Chiesa, anche noi saremo chiamati a rinnovare il nostro linguaggio “religioso” che spesso appare logoro e datato, fatto di parole astratte e vuote e quindi incapace di comunicare con freschezza e incisività la ricchezza del Vangelo e la testimonianza gioiosa della nostra vita religiosa al mondo di oggi. È una sfida che ci interpella tutti personalmente e alla quale nessuno di noi potrà facilmente sottrarsi.
Da questa esperienza insolita e per molti versi dolorosa dovremmo uscirne rinnovati e rincuorati a tutti i livelli. È l’auspicio che formulo per tutti e per ciascuno di noi.
Non si dà Pasqua di Risurrezione senza il passaggio stretto della sofferenza, del grido di abbandono e della morte sperimentato il Venerdì Santo. Solo così la Pasqua diventa la celebrazione per eccellenza della speranza che non inganna e dell’esplosione della vita nuova offerta a tutti e inaugurata dal Cristo risorto.
Noi tutti sappiamo che il messaggio de La Salette è essenzialmente un messaggio pasquale fatto certamente di richiami forti alla conversione, all’ impegno personale, a rivedere e rinnovare le proprie relazioni con Dio e con la Chiesa ma anche di promesse di una pienezza di vita illuminata e purificata da quella luce sfolgorante che promana dal Cristo crocifisso e glorioso nello stesso tempo, pendente sul petto della Bella Signora. Per questo motivo anche noi assieme a S. Paolo possiamo affermare con forza e ad alta voce: “Cristo risorto è la nostra speranza” (1Cor,15)
Il mistero pasquale, di morte e di risurrezione, di sofferenza e di rinascita, accompagna quest’anno anche le due missioni salettine in terra d’Africa e la Regione di Myanmar.
In Mozambico la situazione non sembra essere migliorata rispetto a quanto riferito nella lettera di Natale. Infatti essa continua ad essere critica e sembra essere sfuggita al controllo delle forze dell’ordine locali e nazionali. Ultimamente alcune agenzie di stampa hanno riportato la notizia di crimini orribili perpetrati contro i bambini della regione di Cabo Delgado che è in mano a dei gruppi Jihadisti senza scrupoli. Per il momento P. Edegard lavora nella città di Pemba in qualità di assistente e accompagnatore dei numerosi profughi provenienti dalla parrocchia di Nangololo e non solo. In stretta collaborazione con le Province del Brasile e dell’Angola il CG sta progettando di ristrutturare quanto prima la comunità e di riorganizzare la sua presenza pastorale nella diocesi. Questa, dopo il recente trasferimento di Mons. Luiz ad altra sede (Brasile), è guidata da un amministratore apostolico nella persona di Mons. Juliasse, vescovo ausiliare di Maputo. In attesa del nuovo vescovo, con il quale potremo discutere del futuro della presenza salettina nella zona, portiamo nelle nostre preghiere costantemente questa comunità e il suo futuro sviluppo come pure il popolo perseguitato da essa servito.
In Tanzania si sta lavorando con tanto impegno all’acquisto di una casa e di un pezzo di terreno attiguo in vista dell’apertura di un primo centro di animazione vocazionale e di formazione per i giovani che desiderano entrare a far parte della nostra famiglia religiosa. Il desiderio del CG, supportato dalla comunità di Rutete, è di iniziare il cammino formativo nel corrente Anno Mariano o al più tardi all’inizio del 2022. Pongo con tanta fiducia questo progetto sotto la protezione della Bella Signora de La Salette, nostra Madre e Patrona e nello stesso tempo, l’affido all’attenzione e alle preghiere di tutta la Congregazione.
A nome della Congregazione desidero ardentemente esprimere sentimenti di vicinanza spirituale e solidale ai nostri confratelli della giovane Regione di Myanmar che stanno vivendo un momento di grande smarrimento e di forte preoccupazione per le sorti del processo democratico del paese, interrotto bruscamente dal recente golpe militare (1° febbraio). Ci auguriamo che lo stato di guerra instaurato dai militari, che ha causato la comprensibile insurrezione popolare e disgraziatamente la morte di tanti innocenti, cessi il più presto possibile e che la giustizia e il rispetto delle regole democratiche opportunamente stabilite abbiano la meglio sull’odio e le divisioni presenti ora nel paese. In questo contesto di incertezza e paura per il prossimo futuro sono un grande segno di fiduciosa speranza per il paese, la Regione e la Congregazione le quattro nuove ordinazioni sacerdotali che hanno avuto luogo il 19 marzo scorso, festa di S. Giuseppe. Ringraziamo il Signore per il dono della loro vocazione. Illuminati e guidati dal nostro carisma si adopereranno certamente a favorire percorsi di riconciliazione nel paese, assetato di pace e di giustizia, con la loro parola e soprattutto con la testimonianza della loro vita.
Che questa Santa Pasqua, con la sua sconvolgente carica di luce e di vita nuova ci orienti sempre più ad incorporare la nostra esistenza di uomini e di religiosi in quella di Cristo risorto e a lasciarci comunicare la vita in pienezza dal suo Spirito.
La Risurrezione di Cristo, inoltre, ci sproni a dare ragione sempre e senza paura di quella fede e di quella speranza che devono animare ovunque e comunque la nostra vita di cristiani e di religiosi.
Ai confratelli anziani o sofferenti, a coloro che sono immersi nel lavoro pastorale, ai giovani religiosi, ai novizi e ai giovani in formazione come pure alle Suore de la Salette e ai molti Laici Salettini che, animati dal carisma della riconciliazione, operano con noi nel campo della evangelizzazione e della carità vadano, anche a nome del Consiglio generale, gli auguri più belli e cristiani di
Buona e Santa Pasqua di Risurrezione!
Fraternamente vostro,
P. Silvano Marisa MS
Superiore Generale