“È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete”
(Mt 28,7)

Carissimi Confratelli,

un sentito e fraterno augurio di Buona e Santa Pasqua ad ognuno di voi, ovunque siate nel mondo, immersi nel ministero dell’annuncio della Buona Novella e pieni della luce apparsa il 19 settembre 1846 sulla montagna de La Salette. Questo carattere identitario della nostra presenza nella Chiesa è definito in modo semplice e chiaro dalle nostre Costituzioni che recitano: 

Incorporati alla Chiesa dal nostro Battesimo, partecipiamo alla sua missione. Mediante la professione dei voti pubblici di povertà, di castità e di obbedienza, ci consacriamo, con nuovo titolo a questa missione e ci impegniamo a vivere in una comunità religiosa che sia il segno del Regno di Dio” (RdV, 3).

Pasqua: Parola e vita

L’annuncio della Pasqua di Risurrezione, che è trionfo della vita sulla morte, della misericordia sul peccato, del bene sul male, dell’amore sull’odio, è realizzato da noi in due modalità concrete, con la predicazione e con la testimonianza della vita religiosa vissuta in comunità. Quanto noi andremo proclamando ad alta voce agli altri dovrà trovare naturalmente una cassa di risonanza nel nostro modo di vivere quotidiano. Solo così la nostra parola potrà essere credibile e quindi facilmente accolta. Davvero noi Missionari de La Salette, guidati dal carisma di riconciliazione che ci è proprio e incoraggiati dal messaggio di Maria sulla Santa Montagna, siamo felici e anche orgogliosi di offrire questo nostro piccolo contributo alla causa del Vangelo e alla missione che la Chiesa è chiamata dal suo Maestro a svolgere nel tempo.

Tempo di guerra

La Pasqua di quest’anno, è segnata dallo spargimento inatteso di tanto sangue innocente e dal sacrificio di un numero elevato di vittime originato da una guerra “fratricida” alle porte dell’Europa. Una guerra definita da Papa Francesco, con coraggio e senza mezzi termini “ripugnante, disumana e sacrilega”; davvero incomprensibile e difficile da accettare soprattutto dopo la tragica esperienza dei due eventi bellici mondiali del secolo scorso che hanno condizionato e anche cambiato in modo decisivo la storia del mondo. Con profonda convinzione, invito tutti a fare proprie le grandi preoccupazioni e i motivati timori che abitano il cuore del nostro Papa che chiede con insistenza e con la forza semplice della preghiera la fine dei combattimenti facendo tacere il rombo dei cannoni e bloccare il lancio dei missili per favorire e promuovere un dialogo ragionevole e costruttivo tra le parti.

Come già scrissi nella lettera del 5 marzo scorso, la guerra che si combatte in Ucraina sta mettendo a dura prova anche la vita personale e la missione dei nostri 11 confratelli che lavorano nel paese. La Congregazione è vicina a loro con tutto l’affetto e il supporto spirituale e morale dovuto in questi momenti di prova, incertezza e paura. Essi fin dall’inizio del conflitto hanno deciso di non lasciare il paese per restare vicini al popolo sofferente affidato alle loro cure pastorali. La loro testimonianza coraggiosa ci commuove e nello stesso tempo ci rende fieri di avere dei simili confratelli nella nostra famiglia religiosa salettina. Ringrazio di cuore le Provincie e le comunità che hanno risposto con generosità e spirito fraterno alle richieste di aiuto provenienti da questi nostri confratelli che lavorano senza sosta, e sotto la continua e snervante minaccia delle bombe, in favore delle persone più deboli e fragili, in particolare delle donne, dei bambini, degli anziani e dei malati presenti nelle parrocchie da loro servite… e non solo.

Ci auguriamo tutti che questa guerra, che sta seminando morte ovunque e distruggendo indifferentemente obiettivi civili e strategici nel paese, termini al più presto. La scia di orrori e di odio che avrà prodotto lascerà dietro di sé profonde e laceranti divisioni nelle famiglie e dolorose ferite nel tessuto sociale non facilmente sanabili. L’Ucraina sarà un paese da ricostruire sotto tutti i punti di vista: umano, politico, identitario e spirituale.

Tanzania: nuova partenza

Questa Pasqua di Risurrezione porta in sé anche un segno di speranza per la nostra Congregazione. Il 22 marzo 2022, infatti, ha avuto luogo la benedizione e l’apertura ufficiale della prima casa salettina di accoglienza e formazione in Bukoba (Tanzania) ad opera di Mons. Methodius Kilaini, vescovo ausiliare della diocesi e alla presenza mia e di P. André Zontek, economo generale, come pure della comunità di Rutete con i primi tre aspiranti missionari. Erano presenti anche alcune religiose, dei sacerdoti della diocesi e alcuni amministratori pubblici del quartiere. Questa celebrazione assume un valore simbolico e rilevante per la storia della presenza salettina in terra di Tanzania. Essa ha avuto luogo dopo sei anni dall’arrivo nel paese dei primi missionari provenienti dalle Filippine e dall’India. Mi auguro e prego che segni l’inizio di un fruttuoso cammino vocazionale e formativo per tanti giovani che sono desiderosi di vivere in piena libertà e in comunione di vita con noi, l’invito missionario di Maria rivolto a Massimino e Melania nella sua Apparizione a La Salette: “Venite avanti, figli miei, non abbiate paura… fatelo conoscere a tutto il mio popolo”. Il cammino formativo vero e proprio dei giovani aspiranti, 6 in tutto, inizierà nel prossimo mese di agosto.

 Insieme alla Chiesa

Il cammino sinodale della Chiesa ha preso il largo… ed insieme ad essa anche la nostra Congregazione. Sono sicuro che ogni Provincia si stia impegnando, facendo del proprio meglio, a livello locale e diocesano per impregnarsi convintamente dello spirito di ascolto e di comunione, che da questo cammino promana, in vista di costruire una Chiesa e una Congregazione “in uscita” e a servizio come non mai del popolo di Dio nel mondo di oggi. Il Consiglio Generale, da parte sua, ha già fatto pervenire all’ Unione dei Superiori Maggiori in Roma il frutto del suo lavoro che, unito a quello delle altre Congregazioni, verrà presentato prossimamente come contributo alla Segreteria Generale del Sinodo. Questo impegno non deve essere vissuto solo in funzione del momento che viviamo ma deve divenire piano piano un modo abituale e stabile di essere e di agire della Chiesa come pure di ogni singola famiglia religiosa nel prossimo futuro. È il grande sogno che anima la missione oggi del nostro Papa Francesco e che deve divenire anche la nostra.

“Incontrare… per divenire artigiani di dialogo e di comunione” è lo slogan che il Consiglio Generale propone quest’anno alla Congregazione per non dimenticare facilmente l’impegno sinodale a cui siamo tutti chiamati da Papa Francesco. Esso è stato anche pensato e voluto quale aiuto prezioso nella prima tappa di preparazione del prossimo Capitolo Generale che avrà luogo nel mese di aprile del 2024.

I verbi e le parole che compongono questo slogan esprimono dinamismo, impegno e ricerca, condivisione e dialogo, passaggio dal “io” al “noi” e sguardo positivo sul mondo che ci circonda quale realtà da evangelizzare e servire. Inoltre, adeguatamente elaborati, possono rendere il cammino sinodale più spedito e proficuo.

Conclusione

A nome del Consiglio Generale desidero far giungere questi auguri di Pasqua anche a quei confratelli il cui ministero in questo momento consiste nell’offerta quotidiana al Signore del peso dell’età e della malattia come pure a coloro che sono in difficoltà vocazionale, senza dimenticare i numerosi giovani presenti nelle nostre case di formazione e in particolare coloro che si preparano alla Professione Perpetua. La stessa intensità augurale va, inoltre, ai cari Laici Salettini sparsi nel mondo intero e alle loro famiglie come pure alle SNDS che quest’anno celebrano il 150° della loro presenza al santuario de La Salette/Francia e che condividono con noi radici carismatiche e zelo apostolico e missionario.

Gioiosa e Santa Pasqua di Risurrezione a tutti!

Fraternamente vostro,

P. Silvano Marisa MS
Superiore Generale

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