I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 2/14


“…figli miei, non abbiate paura: sono qui per annunciarvi un grande messaggio”
Continuiamo la nostra meditazione sul Messaggio della Vergine a La Salette riflettendo sulle seconde parole “FIGLI MIEI”. Figlio è la parola più affettuosa che una persona possa dire ad un’altra e non c’è amore più completo ed assoluto di quello che ha una madre per i propri figli.
Maria dice “miei” e se siamo suoi vuol dire che non possiamo appartenere a nessun altro. In questa frase è manifesto tutto l’amore che ha per noi: chi ci chiama “figli miei” non può che volerci bene e volere il nostro bene. Ma quando ci avviciniamo al mistero, consapevoli della nostra pochezza e dei nostri limiti, abbiamo paura come i pastorelli.
Questo stato emotivo e di apprensione nell’Eden era completamente assente, ma irrompe, nella storia dell’uomo, dopo il peccato, a sottolinearne maggiormente la fragilità: “Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo e mi sono nascosto” (Gen 3,12).
Maria, a La Salette, madre del nuovo Adamo ed essa stessa nuova Eva, portando sul petto l’immagine di chi ha vinto il peccato, ci sostiene e ci dà forza dicendoci: “NON ABBIATE PAURA”: principalmente di testimoniare Cristo e di credere nella vita.
Sono parole rassicuranti che indicano la volontà di colloquiare, di instaurare un dialogo. Quante volte, però, non siamo disposti ad ascoltare Cristo che non vediamo e maggiormente il prossimo che vediamo e ci sta vicino? Quante persone sole, quante hanno bisogno di parlare e di sentirsi ascoltate!
Accoglienza: impegno dei laici
Spesso nelle nostre parrocchie si parla di “accoglienza”, di far sentire a proprio agio chi viene in chiesa, anche solo per poco tempo o di passaggio.
Sull’esempio di Maria dovremmo essere capaci di avvicinare le persone e, con estrema semplicità e disarmati, far sentire loro che dobbiamo vivere in comunione, che ognuno è prezioso agli occhi di Dio che ci conosce per nome e ci ama singolarmente.
Nessuno si deve sentire trascurato o ignorato o massificato o, peggio, giudicato o respinto. Quante volte non lo facciamo perché abbiamo paura di non avere tempo, o di non trovare le parole o gli atti adatti o temiamo di fare brutta figura o semplicemente per rispetto umano. Ma a volte per suscitare un dialogo o iniziare un’amicizia basta solo un sorriso e un saluto più cordiale e meno anonimo. Pensiamo a quanti “scambi della pace” vengono fatti con indifferenza. Forse è proprio nell’accoglienza che noi laici dovremmo impegnarci maggiormente, aiutando i Sacerdoti e mettendoci a disposizione della comunità.
“Non abbiate paura”: questa esortazione nella Bibbia è ripetuta 360 volte (quasi a significare che di questo incoraggiamento ne abbiamo bisogno ogni giorno!) e la Vergine lo dice anche a noi per tutti gli eventi della nostra vita.
Ci rimanda il Salmo 23 “anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” e ci ricorda le ultime parole di Gesù che, al momento dell’ascensione, ci rassicura dicendo: “Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Se si è con Cristo e con Maria di chi e di che cosa dobbiamo avere paura?
Maria entra subito nel vivo della sua missione e dice ai fanciulli: “SONO QUI PER ANNUNCIARVI UN GRANDE MESSAGGIO”. Chiarisce che ha un compito ben preciso. E’ venuta ad annunciarci un “grande messaggio”, non una cosa da poco, da dimenticare o trascurare o da recepire con superficialità. Maria non tradisce il suo compito di madre premurosa e preoccupata per i suoi figli, parla a nome di Cristo per darci consigli importanti, farci un discorso denso di significati per metterci di fronte alle nostre responsabilità.

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